“Lo stato italiano è stato una dittatura feroce che ha messo a ferro e fuoco l’Italia meridionale e le isole, squartando, fucilando, seppellendo vivi i contadini poveri che scrittori salariati tentarono d’infamare col marchio di briganti –ANTONIO GRAMSCI -”

domenica 29 dicembre 2013

Blog del Partito del Sud sezione Veneto: superate le 10mila visualizzazioni.

A poco più di due anni dall'apertura del Blog il contatore ha superato la cifra di 10000 visualizzazioni:
un sentito GRAZIE a tutti amici e simpatizzanti del Partito del Sud sez. Veneto, che hanno scelto di fermarsi sul nostro blog per leggere i post e lasciare un commento;  con questo post cogliamo inoltre l'occasione per augurare a tutti 

Buone Feste!

Sud Project Camp verso il 2014


spclogoverticale2014Siamo ormai al 22 dicembre è tempo di tirare le somme per la nostra associazione rispetto ai suoi primi sei mesi di attività. L’idea, di mettere su un progetto per aiutare il Sud a fare rete e per promuovere iniziative che favorissero questa rete, è nata la scorsa primavera durante il congresso nazionale del Partito del Sud a Roma. In quel momento ci era sembrata una sfida, quasi un’utopia. Un movimento politico nato e cresciuto dal basso senza mezzi economici come avrebbe potuto dare vita, a sua volta, ad un progetto in grado di raccogliere e mettere insieme associazioni, singoli cittadini, startup, giovani, aziende ?
Eppure zitti, zitti, partendo dal logo egregiamente realizzato da Bruno Pappalardo, si è partiti, si è messo su questo blog, una pagina Facebook, un account Twitter, e soprattutto idee su cose da realizzare. Si è partiti agli inizi dell’estate dall’Emilia Romagna con una grigliata “meridionalista” nella quale si è dato modo ad aziende e a chi a voluto essere presente di incontrarsi di stare bene insieme e di ritrovare la voglia di lavorare e promuovere questo nostro sud.
Poi arrivò il 3 agosto a Longobardi, in provincia di Cosenza, con una giornata Sud Project Camp di quelle indimenticabili per qualità e quantità di persone, associazioni, movimenti, aziende e cittadini intervenuti (sicuramente oltre 1000). Sotto la regia perfetta di Giuseppe Spadafora e del gruppo calabrese abbiamo avuto contezza del fatto che Sud Project Camp potesse essere il veicolo giusto per ridare consapevolezza al Sud e alle sue peculiarità…DSCF5564
A fine agosto abbiamo sostenuto a Torremaggiore, in provincia di Foggia, Il Sacco e Vanzetti Day organizzato benissimo, come ogni anno, dall’associazione Sacco & Vanzetti che ha visto il suo culmine con la premiazione e la partecipazione del regista Giuliano Montaldo.
Il 30 settembre un altro momento importante, perché Sud Project Camp diventa associazione autonoma e si costituisce ufficialmente acquisendo propria personalità giuridica. Una scelta dovuta al successo dell’iniziativa e alla volontà di rendere autonomo il progetto e in grado di interagire con istituzioni, associazioni, singoli cittadini, incubatori d’impresa, ecc.
Ad ottobre a Napoli ancora un grande evento organizzato da Andrea Balia e dal Partito del Sud di Napoli, con la partecipazione del Sindaco di Napoli Luigi De Magistris, di Antonio Russo della direzione nazionale delle ACLI e commissario per la città di Napoli e di tanti altri relatori che hanno fatto il punto su quale possa essere la direzione per un Sud che può e deve ripartire… A quella riunione intervenni pure io, in qualità di presidente dell’associazione. spiegando le finalità di Sud Project Camp…
Ancora poi eventi in Calabria e non solo per giungere poi, il 28 e 29 novembre scorsi alla Stazione Marittima di Napoli ed essere co-organizzatori del TechnologyBIZ, manifestazione del Sud Italia improntata alla promozione dell’innovazione al SUD.
DSCF5634All’interno di questa manifestazione SUD PROJECT CAMP, ha avuto un ruolo importante organizzando il convegno di apertura dedicato all’importanza delle Smart Cities e dell’innovazione nelle nostre città del SUD con invitati Luigi De Magistris, Sindaco di Napoli e Michele Emiliano, Sindaco di Bari sotto l’ottimo coordinamento di Gigi Di Fiore.
Abbiamo presentato il Libro “Trovare l’America” di Paolo Battaglia ed edito da Congresso degli Stati Uniti, una presentazione che ha visto la partecipazione dell’Associazione Sacco & Vanzetti e che è stato particolarmente significativo visto che si è tenuto in quella Stazione Marittima in cui partivano le navi verso “la merica” specialmente dalla fine dell’ottocento e poi nel novecento quando a migrare non erano più in massa dal nord Italia (Genova), ma dal Sud (Napoli).
E ancora un incontro che ha presentato due progetti legati all’utilizzo di internet e delle tecnologie mobile a sostegno del turismo e del Food del Mezzogiorno e la presentazione del progetto BiMaChem in collaborazione con l’Associazione Culturale Italiana Chimici Consulenti Trasferimento di Innovazione e l’Ordine dei Chimici della Campania.
Altro importante dibattito nel quale siamo stati presenti e protagonisti al TBIZ è stato quello organizzato da Campania Innovazione nel quale la nostra Valeria Romanelli (componente del comitato scientifico di SPC) ha presentato un caso di studio di Fundraising e ha illustrato come il Crowdfunding possa essere usato per finanziare e promuovere progetti sociali e innovativi.
Per essere un’associazione neonata, non ci possiamo lamentare, ma più che fare bilanci, la nostra idea è quella di fare progetti e di essere ancora più attivi nel 2014 dove grande spazio sarà dato: all’agroalimentare e al compra sud, anche attraverso una dimensione internazionale che guardi ai nuovi mercati; alle startup e ai giovani con idee nuove mettendo in rete incubatori d’impresa con finanziatori e business angels; all’innovazione tecnologica continuando la collaborazione con il TBIZ portando esperienze di innovazione anche in altre regioni d’Italia; promuovendo il Sud con la realizzazioni e la replica delle esperienze come quelle di Longobardi…
Insomma un 2014 tutto da scoprire, anzi da costruire insieme…   Per cui se hai idee se hai voglia di collaborare con Sud Project Camp non hai che da proporti…
Buon Natale e Buon 2014 !
Michele Dell’Edera
Presidente Sud Project Camp

giovedì 26 dicembre 2013

Cittadini, Meridionalisti e Progressisti, il nostro progetto di Sud


partito_del_sud_logo1Da qualche tempo è tornata di moda, soprattutto per “merito” di un movimento politico, la parola cittadino, un po’ mutuata dalla terminologia della Rivoluzione Francese alla quale si possono ascrivere tantissimi meriti, ma a cui è possibile ascrivere anche un grande  difetto di fondo e cioè: pensare che possano esistere in uno stato “i cittadini” e “gli altri”, cioè in non cittadini, quasi che la categoria “cittadini” sia una specie di club o di élite in grado di governare e “gli altri” gli indegni…
Noi crediamo che il faro dell’agire politico siano i principi della nostra Carta Costituzionale nella quale tutti sono considerati cittadini, anzi, “tutti” sono considerati “uguali” senza alcuna distinzione. E’ da qui che partiamo come Partito del Sud, non per marcare una differenza, ma per pretendere un’uguaglianza che è sancita dalla nostra Costituzione, ma che mai, o quasi, si è realizzata nel corso di questi anni repubblicani e men che meno nel periodo oscuro sabaudo.
Ecco perché siamo meridionalisti. Lo siamo perché chiediamo politiche nazionali in grado di dare uguali possibilità, servizi ed assistenza a tutto il territorio nazionale. Chiediamo che i nostri ragazzi possano godere del diritto di partire per scelta e allo stesso tempo di restare per scelta. Chiediamo trasporti e infrastrutture adeguate, chiediamo il rispetto delle peculiarità di un popolo, chiediamo un federalismo vero e non solo finanziario e diseguale, chiediamo una lotta al malaffare e l’abolizione del segreto di stato da tutte le questioni che hanno visto i cittadini, tutti i cittadini, vittime di aberranti traffici e oscuri accordi distruttivi della salute e del futuro di intere generazioni. Crediamo nella grande capacità degli uomini e delle donne del Sud di essere protagonisti e di rendere protagonista la propria terra. Siamo meridionalisti innanzitutto perché amiamo questa nostra terra.
Siamo Progressisti, parola forse vecchia e passata di moda, può darsi, ma chiara. Siamo convinti che tutti gli uomini e le donne siano uguali e abbiano davanti alla legge uguali diritti e uguali doveri. Crediamo che si possa favorire l’impresa, le giovani imprese e garantire allo stesso tempo diritti veri ai lavoratori. Crediamo che qualsiasi discriminazione sia un crimine contro l’umanità. Crediamonell’accoglienza e nella solidarietà e che l’incontro tra popoli e tradizioni diverse non sia un danno, ma un arricchimento per chi lo vive. Del resto il nostro sud fin dai tempi della Magna Grecia è stato un crogiolo di culture e religioni diverse… Proprio per questo il SUD è così bello, proprio per questo lo vogliamo difendere… anzi lo vogliamo proporre come traino dell’Italia del futuro.

martedì 12 novembre 2013

IL PARTITO DEL SUD ADERISCE ALLO SCIOPERO GENERALE INDETTO DA CGIL CISL e UIL INDETTO PER IL GIORNO 15 NOVEMBRE

Il Partito del Sud accanto a CGIL  CISL e UIL per chiedere la modifica della legge di stabilità che scarica il peso della crisi sul Sud del Paese, sulle fasce deboli e sul pubblico impiego, arrivando ad aggredire anche i diritti costituzionali dei lavoratori.

La Legge di Stabilità presentata dal Governo non dà una svolta alla politica economica del nostro Paese. Per uscire dalla recessione e tornare a crescere serve infatti una significativa riduzione delle tasse per i lavoratori, i pensionati e le imprese che investono. È necessaria anche una nuova politica europea che liberi risorse per finanziare gli investimenti a sostegno dell’occupazione, dell’innovazione e delle politiche sociali. Chiediamo inoltre a Governo e Parlamento di rifinanziare subito gli ammortizzatori in deroga (Cig e mobilità) e di dare certezze a tutti i lavoratori esodati.

Per questi motivi chiediamo una decisa modifica della Legge di Stabilità soprattutto sui seguenti capitoli:

Meno tasse ai lavoratori e pensionati

 Aumento delle detrazioni per lavoratori dipendenti e pensionati; per sostenere il reddito di chi con- tribuisce a gran parte del gettito fiscale per favorire un aumento dei consumi.

 Detassazione strutturale del salario di produttività che va estesa anche ai lavoratori del settore pub- blico in modo da porre fine ad una ingiusta ed iniqua esclusione.

 La nuova tassazione immobiliare (TRISE) va resa più equa

Rivalutare le pensioni

 Ripristino della indicizzazione delle pensioni esistenti prima dell’entrata in vigore del DL n. 201/2011. Pubblica Amministrazione ed efficienza della spesa pubblica

 Stabilizzazione dei precari delle PP.AA. e riconoscimento, attraverso il contratto nazionale, delle pro- fessionalità dei dipendenti pubblici.

 Rinnovo dei contratti nazionali e spazio alla contrattazione di secondo livello per distribuire gli incrementi di qualità e produttività.

 No alla eliminazione dell’indennità di vacanza contrattuale per il 2013 e il 2014. 

Come reperire le risorse

 Potenziamento della lotta all’evasione fiscale con un diverso sistema di sanzioni, facendo dell’evasione un reato penale, rafforzando il ruolo degli enti locali.

 Obbligo dei costi standard per le amministrazioni centrali e locali e riduzione del numero di centrali appal- tanti (sono 30.000) estendendo l’esperienza già realizzata con l’istituzione della Consip

 Riduzione drastica del numero delle società pubbliche, degli enti inutili, dei componenti dei consigli di amministrazione.

 Gestione dei servizi locali va fatta su dimensioni più vaste per realizzare maggiori economie di scala.

 Riduzione del numero dei componenti gli organi elettivi ed esecutivi a tutti i livelli di governo, degli incarichi 
di nomina politica, blocco delle consulenze a tutti i livelli dell’amministrazione pubblica.

 Valorizzazione del patrimonio dello Stato.

 Armonizzazione della tassazione delle rendite finanziarie alla media europea rispetto all’attuale ali
quota del 20%.

 Destinazione diretta delle risorse derivate dalla lotta all’evasione e all’elusione fiscale alla riduzione delle tasse per i lavoratori e pensionati. 


sabato 9 novembre 2013

Appello Marlane Marzotto, contro il silenzio mediatico aderite anche qui.

Appello Marlane Marzotto 
ArticleImageDiamo spazio e aderiamo a un appello sul caso Marlane Marzotto, da sempre seguito localmente (solo?) dai nostri media. A breve i promotori dell'appello comunicheranno la pagina Facebook su cui aderire. Chi lo volese fare immediatamente invii acittadini@vicenzapiu.com una mail con oggetto: "aderisco all'appello Marlane Marzotto pubblicato il 2 novembre su VicenzaPiu.com" e nel testo inserisca i suoi dati. Oppure quì c'è il link a Facebook, questo è indirizzo mail: raccoltafirme.marlane@gmail.com e qui c'è il link per raccolta firme in change.org .







                                                                                                                                                                  
Continua il silenzio mediatico sul processo Marlane-Marzotto di Praia a Mare. Un processo che vede imputati proprietari e dirigenti della Marlane, della Lanerossi e della Marzotto difesi da avvocati molto famosi. Gli imputati eccellenti sono accusati di reati quali omicidio colposo plurimo, lesioni gravissime, disastro ambientale.
Sono più di quindici anni che si chiede il diritto costituzionale ad ottenere giustizia per quanto accaduto nello stabilimento calabrese di proprietà prima della Lanerossi e, infine, della Marzotto. Sono più di quindici anni che si tenta di rompere la coltre di omertà e indifferenza che ha nascosto la vicenda e che ha permesso di trascinare il processo per tutti questi lunghissimi anni.

I fatti raccontano che tra i circa mille operai che hanno lavorato nello stabilimento Marlane di Praia a Mare, moltissimi si sono ammalati di tumore e decine sono morti (per alcune stime attendibili, le vittime, sono oltre cento). Una percentuale altissima. I fatti raccontano di un grave inquinamento riscontrato nei pressi dello stabilimento calabrese. Un inquinamento tale da iscrivere il sito tra quelli da bonificare quanto prima. I fatti raccontano di innumerevoli tentativi, da parte degli avvocati che difendono gli imputati eccellenti, di rinviare il processo, di sospenderlo, di non farlo svolgere, di arrivare alla prescrizione. I fatti, oggi, raccontano di proposte di patteggiamento rivolte ai parenti delle vittime che si sono costituiti parte civile ai quali viene richiesto di accettare qualche migliaio di euro in cambio del loro ritiro dal processo. Una pressante richiesta di accordo che evidenzia lavolontà di sfruttare la rassegnazione e le necessità materiali delle vittime per ottenere in cambio una 
sorta di "perdono", i vantaggi processuali che ne deriverebbero e, soprattutto, quelle attenuanti che porterebbero ad una probabile diminuzione dei tempi necessari per la prescrizione.
Questi sono i fatti. Fatti volutamente ignorati dai più diffusi mezzi di informazione nazionali che si sono limitati a qualche sporadica notizia spesso di difficile comprensione.
Così, grazie alla mancanza di informazione (rotta solo dalla caparbietà e dal coraggio di qualche lavoratore sopravvissuto, di qualche sindacato considerato "minore", di qualche associazione ambientalista, di qualche piccolo partito, di qualche giornale a diffusione locale), si conosce poco o nulla di quello che è successo nella Marlane-Marzotto e del processo che si sta svolgendo presso il tribunale di Paola.
Noi riteniamo che oggi sia compito soprattutto di chi non è direttamente e personalmente coinvolto nel processo (e che, quindi, non deve decidere se accettare o meno il patteggiamento proposto) 
esigere che si sappia la verità su cosa è successo nello stabilimento di Praia a Mare e che venga fatta giustizia per quella che è, nei fatti, una delle più grandi e dimenticate tragedie del lavoro avvenuta nel nostro paese.
Chiediamo al quelle forze politiche che sono state fino ad oggi silenziose ed assenti, alle associazioni democratiche, alle maggiori organizzazioni sindacali troppo spesso indifferenti, a tutti i cittadini di uscire dal torpore e far sentire la propria indignazione per quanto successo alla Marlane.
Chiediamo a tutti di firmare il presente appello per conoscere la verità e ottenere finalmente quella giustizia finora negata alle vittime della Marlane-Marzotto di Praia a Mare.

Fonte VicenzaPiù.it


Caso Marlane Marzotto: l'appello di VicenzaPiù arriva in Calabria, Vicenza batti un colpo!

Caso Marlane Marzotto: l'appello di VicenzaPiù arriva in Calabria, Vicenza batti un colpo!

Di Giovanni Coviello (Direttore responsabile)
Il collega Andrea Polizzo su Rete 3 Digiesse, di cui è condirettore, ha pubblicato questo servizio sull'appello per il caso Marlane Marzotto che volentieri rilanciamo insieme alla mail che ci ha inviato (clicca qui per aderire all'appello).
Caro collega, spero di potermi confrontare con te di tanto in tanto sulla questione Marlane.
Ne approfitto per indicarti alcuni link dove potrai consultare quanto da me scritto sulla questione Marlane e sull'omonimo processo in corso di svolgimento al tribunale di Paola:
http://www.blogtortora.it/tag/marlane/  rassegna di articoli pubblicati su www.blogtortora.it
Inoltre l'emittente televisiva Rete 3 Digiesse per la quale lavoro ha un canale you-tube (rete3digiesse). All'interno del campo ricerca potrai trovare i corrispondenti servizi filmati. Allo stesso modo, ricercando "La finestra sul territorio" tra i risultati troverai alcune puntate del programma di approfondimento che conduco dedicate al medesimo tema.
Andrea Polizzo, condirettore di Rete 3 Digiesse
Fonte VicenzaPiù

venerdì 8 novembre 2013


«Questa m.... di marocchino va
dissolto»: Lega insulta il consigliere

L'attacco parte dalla sezione dei Carroccio di Ostiglia
Nei commenti spuntano anche minacce di morte

TREVISO - «Questa m.... di marocchino va dissolto». Questo l'ennesimo attacco di stampo razzista contro Said Chaibi, 23enne consigliere comunale di maggioranza, capogruppo di Sinistra ecologia libertà.

A lanciarlo, attraverso Facebook, la sezione della Lega Nord di Ostiglia, piccolo comune in provincia di Mantova dove tra l'altro finisce il percorso dell'ex ferrovia che parte proprio da Treviso. Le parole, con annesse minacce di morte tra i commenti, sono state scritte a corredo di un link a un articolo del portale Voxnews.info che si scaglia contro la decisione delle scuole Coletti di organizzare un corso di arabo per i bambini delle elementari.

Il sito riporta la notizia, del tutto infondata, che «nella nuova Treviso del marocchino consigliere comunale» agli alunni verrà insegnato il Corano e fatto provare il burqua. Nelle ultime ore la pagina Fb di Chaibi si è riempita di attestati di solidarietà. Oltre a lui, la Lega di Ostiglia se la prende anche con il ministro Kyenge, apostrofata come «faccia di m....». La segreteria nazionale di Sel ha chiesto a Maroni di intervenire e di dissociarsi, pena denuncia per istigazione all'odio razziale. (mf)
 Fonte: ilgazzettino.it

martedì 22 ottobre 2013

Vicenza 29 ottobre:riunione iscritti e simpatizzanti del Partito del Sud.


Convocata a Vicenza riunione degli iscritti e simpatizzanti del PdelSUD per martedì 29 ottobre 2013 alle ore 20,00 c/o Ristorante Pizzera la Conchiglia D'Oro - Via Bassano 7

Dopo una breve cena di lavoro avremo a disposizione per la riunione una saletta riservata fino alle ore 23,00, termine della riunione.

Ordine Del Giorno:

- Tesseramento 2014

- Relazione situazione politica nazionale, a cura del Presidente Nazionale del Partito del Sud - Natale  Cuccurese, e locale, ad opera del Coord. Regionale Veneto del Partito del Sud - Filippo Romeo

- Iniziative politiche in Veneto in vista della prossime elezioni amministrative

- Sud Project Camp prossimi eventi, organizzazione

- Analisi organizzazione elettorale e territoriale

- Varie ed eventuali
 
 

Mongiana, nasce un museo per la memoria. Così l'Italia smantellò l'azienda calabrese.


di Gigi Di Fiore
Mongiana non vuole dimenticare il suo passato. Ed è un bene. Due secoli fa, Mongiana era centro siderurgico florido, tutta l'area nella piana Stagliata di Micone in Calabria  era considerata una specie di Ruhr versione italiana. Acque e boschi in quantità: l'ideale per questo tipo di attività industriali.

Martedì 22 ottobre, quella che fu la sede dello stabilimento, e che era diventata monumento all'abbandono, diventa museo. Ristrutturata, recuperata nelle sue aree principali, la ferriera potrà diventare luogo di ricordi di un sud industriale. Mongiana come Pietrarsa, come San Leucio.

Regione Calabria, Regione Campania, comune di Mongiana e la Fondazione Napolinovantanove hanno creduto nel progetto di recupero e restauro. L'inaugurazione di martedì, con uno dei principali studiosi della storia di quest'opificio, l'architetto napoletano Gennaro Matacena, è il coronamento del recupero.

Quella di Mongiana è storia troppo nota e dolorosa per rievocarla in dettaglio. Il polo siderurgico nacque negli anni del regno di Ferdinando IV di Borbone. Produceva semilavorati e venne considerato struttura fondamentale anche nel decennio francese. Le ferriere Nuove Regie divennero un fiore all'occhiello nel regno delle Due Sicilie. Progettista, nel 1771, fu l'architetto napoletano Mario Gioffredo. A Mongiana furono prodotte le materie prime per il ponte in ferro sul Garigliano e la ferrovia Napoli-Portici.

La fonderia aveva tre altoforni: Santa Barbara, San Ferdinando e San Francesco. Vi si produceva ghisa di alta qualità, simile a quella inglese. Le ferriere divennero sette, poi il complesso si ampliò con una fabbrica di armi. Nel 1860, lavoravano 1500 operai che si insediarono nella zona con le loro famiglie.

L'unità d'Italia portò allo smantellamento. Nel 1864, la commissione per le ferriere favorì la vendita ai privati, privilegiando gli insediamenti siderurgici del nord per la loro vicinanza ai complessi industriali di Piemonte, Lombardia e Liguria. Poi, atto finale, la vendita all'ex garibaldino Achille Fazzari. Sperava in aiuti statali, ma non arrivarono. Gli impianti furono piano piano smantellati, le strutture vendute. Rimase l'area Ferdinandea, dove si produceva acqua minerale, con una centrale idroelettrica e una segheria. Fu il declino, la chiusura. L'abbandono. Il gioiello industriale della Calabria chiuse. Erano passati appena 14 anni dall'unità d'Italia. 
 
Fonte: Il Mattino

sabato 28 settembre 2013

Veneto. Buco di un miliardo nella sanità: rischio commissario e direttori in pericolo


VENEZIA - I numeri non sono mai una opinione, anche se è vero che si possono leggere in modo diverso. La sanità veneta che in questi giorni si è dovuta presentare a Roma con le carte dei bilanci in mano per la verifica d’obbligoun po’ di sudore alla fronte deve averlo sicuramente avuto. L’obbligo dato ai direttori generali era quello di non aumentare la spesa, ma nessuno è riuscito a rimanere a "zero". Anzi, c’è chi ha sforato e non di poco. Il buco ad oggi? Se non è di un miliardo (fornitori in attesa di un saldo, compresi), poco ci manca. Una cifra enorme. Certo, potranno arrivare i correttivi di fine anno, qualche cosa si aggiusterà con una tirata di redini della gestione: all’appello manca qualche trasferimento, ma l’esercizio in corso, eredità della giunta precedente, scricchiola. E non è un’opinione. Il rischio, questa volta, potrebbe anche essere quello di un commissariamento esterno.

Lo scorso anno il Veneto, con manovre correttive, vendita di beni e quant’altro era riuscito a portare il bilancio in sostanziale pareggio (anche se i fornitori non hanno trovato la soddisfazione che chiedevano). Si era comunque preso le bacchettate da Roma, che aveva anche provveduto a nominare un commissario ad acta: il neo governatore Luca Zaia. «Un’onta», l’aveva definito il Veneto, abituato a stare sempre tra i virtuosi e in odore, cosa accaduta qualche mese dopo, di coordinamento nazionale. E adesso? La situazione non è delle più semplici: i bilanci arrancano e i fornitori (abituati ormai ad essere pagati anche ben oltre i due anni) chiedono conto dei debiti che le Asl nutrono nei loro confronti. Lo hanno già annunciato in passato, andando anche a battere cassa dall’appena arrivato governatore Zaia e facendo partire azioni di pignoramento: 8 aziende creditrici su 10 si sono già mosse. Il rapporto con il partner privato poi diventa sempre più complesso dal punto di vista finanziario: budget così ridotti che a maggio già molti laboratori analisi, ad esempio, non possono più effettuare prestazioni in convenzione.

Non sarà facile alzare la testa, sempre che non si mettano in atto manovre ben più pesanti, come la reintroduzione dell’addizionale Irpef tolta dalla precedente amministrazione regionale, che rispetto al ticket è più equa e non penalizza le classi meno abbienti. Ma c’è chi non esclude anche che qualche "testa" possa cadere. Del resto i direttori generali sono giudicati su una sorta di griglia, rifissata anche lo scorso anno con lo scopo di consentire il raggiungimento dell’equilibrio economico per il 2010. Tra le varie misure fin qui adottate per raggiungere tale obiettivo sono da segnalare per la loro efficacia: l’estensione del ricorso agli acquisti di beni sanitari in Area Vasta e a livello regionale; interventi per il miglioramento dell’appropriatezza delle prestazioni erogate; il costante monitoraggio della spesa farmaceutica e il rafforzamento del ricorso alla distribuzione diretta; la determinazione di volumi di attività e tetti di spesa per gli erogatori pubblici e privati per prestazioni di assistenza ospedaliera, con l’obiettivo del contenimento del tasso di ospedalizzazione; l’ottimizzazione dell’attività dei Dipartimenti strutturali per le attività dei centri trasfusionali; l’allargamento delle procedure di monitoraggio sulla prescrizione ed erogazione dei farmaci ad elevato costo; l’implementazione di un progetto complessivo di riorganizzazione delle cure primarie che possa migliorare l’appropriatezza prescrittiva.

Ma soprattutto, crescita di bilancio nulla. Quasi tutti, Aziende ospedaliere di Verona e Padova comprese, hanno lavorato per presentarsi con i debiti più leggeri possibile: ma pare proprio che la media di crescita sugli anni precedenti sia sensibile.

Fonte: gazzettino.it

martedì 24 settembre 2013

NAPOLI 4 OTTOBRE 2013: MEZZOGIORNO TRA CRISI E SVILUPPO

Ancora una volta il Partito del Sud pone l’accento sulle politiche, più che sulla politica. C’è bisogno di partire dalla crisi per costruire lo sviluppo. In cinese la parola crisi è scritta con due ideogrammi, uno indica la crisi, l’altro indica l’opportunità.
Ecco il Sud deve prendere coscienza di sé stesso, delle proprie potenzialità e passare a leggere la parola crisi come un’opportunità. Le Istituzioni, la Politica devono rendersi conto che il Sud non è una scomoda appendice del Paese, ma la sua vera scommessa di rilancio.


Napoli 4 Ottobre 2013: Mezzogiorno fra crisi e sviluppo. Con Luigi de MagistrisGiovanni CutoloGigi Di Fiore, Antonio Russo e Luca Scandale, modera Alessio Postiglione

Il tema è così importante, così sincrono con le urgenze e le istanze vitali della nostra società e in particolare per il SUD, -(universo orfano di politica vera, informazione, interesse delle istituzioni di competenza e ma anche quelle europee) che i nostri relatori sapranno, per le eccellenti competenze, indicare almeno dei tratti del percorso e dare il primo colpo al taglio dritto dell’aratro e stroncare anche l’ ignavia dei dormienti.Stavolta sarà diverso.

lunedì 23 settembre 2013

La crisi al Sud e la retorica degli sprechi - da MicroMega

I luoghi comuni sul mezzogiorno italiano sono duri a morire. Ma una analisi attenta dei dati indica che non è vero che il Sud è inondato di risorse pubbliche e che l'incidenza dell'evasione fiscale è più alta al Nord. Il mezzogiorno è in realtà vittima della crescente concentrazione geografica del capitale e delle devastanti politiche di austerità. 

di Guglielmo Forges Davanzati
Gli ultimi rapporti SVIMEZ fanno registrare un declino dell’economia meridionale che appare, allo stato dei fatti, pressoché inarrestabile, con un’evidenza empirica che molto assomiglia a un bollettino di guerra. Nel 2012, le regioni meridionali nel loro complesso hanno subìto una contrazione del PIL nell’ordine del -3,2%, superiore di oltre un punto percentuale rispetto al resto del Paese. Il 2012 è stato il quinto anno consecutivo in cui il tasso di crescita nel Sud è risultato negativo: dal 2007 si è ridotto di oltre il 10%, quasi il doppio della flessione registrata nel Centro-Nord. Ciò a ragione della caduta dei consumi delle famiglie (-4,2% al Sud, a fronte del -2,8% al Centro-Nord), del crollo degli investimenti (-11% circa, a fronte del -5,4% al Centro-Nord), della riduzione delle esportazioni – soprattutto quelle indirizzate ai Paesi dell’Unione Monetaria Europea – e, non da ultimo, della riduzione della spesa pubblica. La spesa in conto capitale della pubblica amministrazione, a fronte di un obiettivo dichiarato del 45% sul totale nazionale, si è ridotta dal 40,4% nel 2001 al 35,4% nel 2007, giungendo al minimo storico del 31,1% nel 2011. Quest’ultimo dato è significativo giacché smentisce, con ogni evidenza, la visione dominante secondo la quale il Sud è inondato da risorse pubbliche. 

SVIMEZ registra anche che, nel 2013, a fronte di una previsione di riduzione del PIL nazionale nell’ordine dell'1,9%, il Mezzogiorno farà registrare una caduta del prodotto interno lordo pari al 2,5% contro il -1,7% del Centro-Nord. Le previsioni più ottimistiche indicano che, a fronte, di un modesto aumento del tasso di crescita in Italia nel 2014 (+0,7%), esso dovrebbe risultare nullo per il complesso delle regioni meridionali. 

E’ molto diffusa la convinzione stando alla quale l’arretratezza del Mezzogiorno dipende dalla sua scarsa dotazione di capitale sociale: elevata propensione alla corruzione, criminalità diffusa, scarsa attitudine al rispetto delle norme, elevata diffusione dell’evasione fiscale. Si tratta di tesi che non pienamente convincenti e comunque meno robuste di quanto si vuol far intendere. Per due ragioni:

1) Allo stato attuale delle conoscenze scientifiche, esistono al più tentativi di misurazione del “capitale sociale”. In assenza di una sua misurazione oggettiva, è sostanzialmente impossibile – se non per pura congettura – stabilire che il Mezzogiorno ha una bassa dotazione di capitale sociale ed ancor più difficile è stabilire una correlazione fra capitale sociale e crescita. Inoltre, se anche la tesi dominante fosse vera, risulterebbe molto arduo stabilire in quale direzione si muove il nesso di causalità: se, cioè, è il capitale sociale un prerequisito per la crescita o viceversa. Vi è di più. In quanto categoria per sua natura disomogenea, il capitale sociale non si presta neppure a una definizione univoca. 

2) Su fonte Banca d’Italia, si calcola che a fronte del fatto che, al Nord, in media, l’evasione fiscale e contributiva ammonta a circa 2500 euro pro-capite, nel Mezzogiorno l’imposto si assesta, su base annua, a circa 900 euro a testa. In termini percentuali, il tasso di evasione è del 14,8 al Nord e del 7,9 per cento al Sud. L’obiezione secondo la quale al Sud si evade meno perché il reddito pro-capite è più basso può essere ribaltata stabilendo che ci si aspetterebbe semmai maggiore evasione proprio dove i redditi sono più bassi. Né vale l’ulteriore obiezione secondo la quale l’evasione fiscale è relativamente bassa nel Mezzogiorno perché è maggiore l’occupazione nel pubblico impiego. E’ un’obiezione smentita dagli ultimi dati prodotti dalla Ragioneria Generale dello Stato, secondo la quale la maggiore incidenza dell’occupazione pubblica, fra le regioni italiane, si ha in Lombardia e in tutte le regioni meridionali il numero di occupati nella pubblica amministrazione è inferiore a quella del Centro-Nord. Incidentalmente, viene anche rilevato che, nelle regioni meridionali, è maggiore l’occupazione precaria nel settore pubblico. 

Il crescente impoverimento del Mezzogiorno può essere fondamentalmente imputato a due cause.

a) Vi è innanzitutto da considerare un meccanismo spontaneamente generato da un’economia di mercato deregolamentata, che ha a che vedere con quelli che vengono definiti effetti di causazione cumulativa. In altri termini, data una condizione iniziale di concentrazione dei capitali in determinate aree, i capitali collocati nelle aree periferiche trovano conveniente spostarsi in aree nelle quali – attraverso l’operare di economie di agglomerazione e di economie di scala (per le quali al crescere della quantità prodotta si riducono i costi di produzione) – possono ottenere maggiori profitti, perché è più alta la produttività del lavoro. Evidentemente, possono più facilmente migrare imprese di grandi dimensioni che, peraltro, trovano conveniente farlo in quanto competono innovando, e, per farlo, hanno bisogno di operare in ambienti nei quali sussistono le condizioni più favorevoli per generare flussi di innovazione: facile accesso al credito, esistenza di esternalità positive derivanti dall’attività di ricerca attuata da imprese già presenti in loco, presenza di Istituti di ricerca scientifica, ampia disponibilità di manodopera qualificata. Questa dinamica determina crescenti divergenze regionali: in alcune aree si producono beni ad alta intensità tecnologica, nelle aree periferiche (Mezzogiorno incluso) le imprese – di norma di piccole dimensioni e poco esposte alla concorrenza internazionale – competono mediante compressione dei costi, e dei salari in primo luogo. La crescente concentrazione geografica dei capitali si associa a crescenti flussi migratori, che interessano prevalentemente giovani con elevato livello di istruzione. In tal senso, la ripresa dei flussi migratori dal Mezzogiorno è da leggersi come un trasferimento netto di produttività verso le aree centrali dello sviluppo capitalistico. 

b) Negli ultimi anni, il fenomeno è stato accentuato dalle politiche di austerità. La riduzione della spesa pubblica (soprattutto nel Mezzogiorno) e l’aumento dell’imposizione fiscale su famiglie e imprese hanno ristretto i mercati di sbocco, generando riduzione dei profitti e fallimenti. L’aumento del tasso di disoccupazione e la riduzione dei salari sono state le ovvie conseguenze di queste scelte. 

L’inversione di rotta – come, peraltro, invocato da SVIMEZ – richiederebbe ingenti investimenti pubblici nelle aree meridionali, ovvero fare politica industriale (si osservi che la minore divergenza del PIL pro-capite fra Nord e Sud si è avuta negli anni nei quali era operativa la vituperata “Cassa del Mezzogiorno”). E’ difficile aspettarsi che i soli flussi turistici – peraltro localizzati in poche aree del Mezzogiorno e, per loro natura, estremamente volatili – possano, da soli, contribuire significativamente a ridurre il dualismo. 

Fonte: MicroMega

mercoledì 18 settembre 2013

RICOMINCIAMO DA SUD !!



Di Natale Cuccurese
Presidente Nazionale Partito del Sud


Siamo ormai in un mondo alla rovescia, dove le richieste dei cittadini di rispetto della Costituzione Repubblicana ( art. 138) vengono non solo bellamente ignorate, ma addirittura definite demagogiche ed additate come sovversive da una parte di quella stampa che per professione dovrebbe informare i cittadini, per non parlare poi di quei politici per cui il rispetto della legge è solo un fastidioso optional, come ci insegna spesso la cronaca quotidiana.

La virtù repubblicana è additata a colpa, le inemendabili bassezze di buona parte della attuale classe politica elevate a baluardo contro il degrado democratico ed economico, quando ne sono invece spesso la prima causa.

Vorrebbero che i responsabili principali della catastrofe, ben rinchiusi e protetti nei loro inaccessibili palazzi, venissero incensati come statisti e salvatori della patria, vorrebbero solo sudditi adoranti ai loro piedi , ma se continueranno così la volontà dei cittadini e la conseguente rivolta morale li seppellirà democraticamente facendone piazza pulita.

In un paese in cui un’emergenza chiama l’altra quotidianamente, senza che l’emergenza precedente sia risolta, è chiaro che ormai stiamo arrivando al redde rationem.

Vergognoso ed esemplificativo di questo quanto successo a seguito del discorso del Sindaco di Bari, Michele Emiliano, all’inaugurazione della 77^ Fiera del Levante di Bari.

A sentire i vari telegiornali, ad ascoltare le interviste dei vari politici e commentatori di turno, che osannavano la presenza del Presidente Letta, ci sembrava di aver capito che Michele Emiliano avesse fatto un discorso al limite della “sovversione” dell’ordine costituito. Abbiamo provato a leggerlo e rileggerlo, ma non abbiamo trovato nelle sue parole nulla di particolarmente pericoloso per la democrazia, anzi, a meno che dire: “è meglio andare a votare il prima possibile", “i partiti facciano al più presto la riforma della legge elettorale”, “si abbandoni il progetto di modifica dell’art.138 della Costituzione”, e a proposito di Euro “Siamo assieme ad altri Paesi dell’Eurozona una nazione sotto usura”, non siano ormai frasi ritenute sovversive e pertanto non pronunciabili.

Possiamo fare tutte le valutazioni del caso su queste affermazioni, ognuno può dire la sua opinione liberamente apportando il suo contributo di idee, ma dire che tutto ciò non può essere detto ci sembra, in un paese democratico, illogico e pericoloso.

A nostro avviso il ricorso alle elezioni sarebbe invece doveroso proprio per la tenuta democratica del paese, di fronte a questo incredibile e improponibile governo dell’inciucio, dare la parola ai cittadini con il voto è prassi normale in un paese democratico, se il nostro lo è ancora. Altrettanto dicasi per la modifica dell’Art.138 della Costituzione, come già da noi affermato più volte negli ultimi mesi, una eventuale modifica deve seguire le regole e, a nostro avviso , non può essere fatta da un parlamento di nominati. Per l’euro poi bisognerebbe prevedere quanto meno una rinegoziazione dei Trattati.

Non capiamo poi perché un Sindaco di una città metropolitana capoluogo di un’importante regione del Mezzogiorno non possa dire la sua a proposito dei tanti problemi del sud ad un Presidente del Consiglio e a una platea che difficilmente ascolterebbe tali questioni se non di fronte al pubblico fatto compiuto.

Ed infatti il Presidente Letta, stimolato dalla parole del Sindaco Emiliano, ha richiamato nel suo discorso la necessità di mettere al centro del rilancio nazionale il Sud.
Ora lo aspettiamo alla prova dei fatti, quando vedremo che la quantità di investimenti tra centro sud e centro nord, da parte del nostro Paese si andrà ad equilibrare, così come dovrebbe essere in un paese normale e secondo legittima prassi, in un paese in cui qualcuno vorrebbe, senza seguire le regole, cambiare la Costituzione che sancisce anche questo.

In tutto ciò a noi del Partito del Sud è particolarmente piaciuto quanto detto dal Sindaco Emiliano, parole che vorremmo sentire pronunciare più spesso dai nostri politici, parole chiare e coraggiose, lanciate da Bari, legate anche alle tante altre emergenze da risolvere e che accomunano tutto il meridione:

 “ operai rimasti uccisi sul lavoro a Lamezia Terme, come quello dei cittadini di Taranto a causa dei veleni dell’ILVA, e di quelli di Priolo e di Gela, della provincia di Caserta ammazzati da tumori di mafia e di industria che, per guadagnare smisuratamente, hanno colluso tra loro per rendere sterile ciò che al Sud era fertile.”
“Drammi che richiamano quelli delle famiglie degli operai della Bridgestone e della OM, fabbriche delle quali abbiamo il dovere di scongiurare la chiusura.”
“Rimbocchiamoci le maniche e spendiamo il danaro necessario a ricostruire l’Aquila ed a terminare le grandi opere infrastrutturali che davvero servono al Paese.”
“Realizziamo in fretta la nuova tratta ferroviaria Bari – Napoli, raddoppiamo la linea adriatica laddove è ancora a un binario e velocizziamola.”

 “Semplifichiamo le procedure e variamo la legge sulla bellezza, sullaricostruzione dei paesaggi deturpati che sindaci del Sud e Legambiente hanno proposto, prevedendo gravi sanzioni penali per i ladri di paesaggio che portano al nord muretti a secco e ulivi secolari dalla Puglia.
“Puniamo severamente tutti coloro che esercitano violenza sulla bellezza nazionale prevedendo l’arresto in flagranza per deturpatori, inquinatori, scaricatori di immondizie abusive, vandali urbani e parcheggiatori abusivi.”
 Potenziamo il trasporto pubblico.”
Schiacciamo le mafie che stanno ammorbando il Paese, ricostruiamo rigore e severità nella gestione di ogni fase della vita quotidiana e amministrativa delle nostre comunità.”
“Diamo spazio alla cultura e alla creatività, alla ricerca scientifica, sfruttiamo il nostro patrimonio per trasformare il Sud nella capitale della cultura europea, a partire da Taranto, ideale candidata a questo ruolo per il 2019.”

Sulle parole pronunciate sabato scorso a Bari dal Sindaco Emiliano si può iniziare a ripensare una politica concreta e diversa dall'attuale per il Sud, una politica che dia risposta e soluzione alle tante emergenze che attanagliano il Meridione e la sua gente, spesso nel disinteresse degli “strateghi” della politica nazionale.

Ricominciamo da Sud!

domenica 25 agosto 2013

IL PARTITO DEL SUD ALLA LUCE DELLE DICHIARAZIONI DEL PENTITO SCHIAVONE REITERA LA RICHIESTA DI DIMISSIONI DEL MINISTRO LORENZIN E CHIEDE L'IMMEDIATA BONIFICA DEI TERRITORI AVVELENATI

COMUNICATO STAMPA

Alla luce delle dichiarazioni del pentito Carmine Schiavone rilasciate ieri a Sky  TG 24 riportanti :"Le istituzioni ci hanno abbandonato", sostiene l'ex boss del clan dei Casalesi e collaboratore di giustizia. E poi: le terre del Sud sono state avvelenate, "il vero affare del clan è il traffico dei rifiuti dal Nord e dall'Europa. La mafia non sarà mai distrutta"- Schiavone, nel corso dell’intervista a SkyTG24, parla anche dei rifiuti tossici interratti dal lungo mare di Baia Domizia fino a Pozzuoli. E aggiunge: "La mafia non sarà mai distrutta perché ci sono troppo interessi, sia a livello economico sia a livello elettorale. L’organizzazione mafiosa non morirà mai"."il Partito del Sud preso atto delle sconvolgenti dichiarazioni del pentito Schiavone reitera la richiesta di dimissioni immediate del Ministro Lorenzin , da noi già richieste il 30 giugno scorso dopo le dichiarazioni del Ministro, esternazioni  che alla luce delle rivelazioni di Schiavone pongono ancor più in luce l'incredibile e inammissibile superficialità che le ispirò; richiesta dimissioni così formulate all'epoca:"Il Partito del Sud chiede le immediate dimissioni del Ministro Lorenzin, in quanto con le sue dichiarazioni ha offeso gravemente ed indistintamente tutta la popolazione meridionale ed in particolar modo i malati, i morti, i moribondi per tumori, malattie e tutte le loro famiglie, vittime innocenti dell'inquinamento dei territori causati da sversamenti illegali e tossici, da anni inutilmente denunciati da associazioni, partiti e comitati. Inoltre con le sue vergognose parole ha contravvenuto al giuramento di ottemperare agli obblighi costituzionali dimostrandosi prevenuta e discriminando con le sue dichiarazioni una gran parte del popolo italiano."Il Partito del Sud inoltre richiede immediata verifica delle dichiarazioni di gravità inaudita dello Schiavone in quanto queste coinvolgono anche apparati dello Stato, affinchè  si indaghi e faccia luce e posto rimedio al più presto su questa vicenda che sta danneggiando la salute di milioni di cittadini meridionali.Il Partito del Sud inoltre richiede l'inizio immediato della bonifica dei territori interessati, ogni ulteriore ritardo rappresenterebbe un vero e proprio crimine contro la popolazione di quei territori e significherebbe che lo Stato non ottempera ai suoi dovere nei confronti dei cittadini, facendosi complice di un'emergenza sanitaria dai contorni spaventosi, cosa che non reputiamo possibile. Richiediamo inoltre che la bonifica immediata andrà sottoposta ,in ogni sua fase, alla supervisione dei competenti organi dell'Unione Europea a garanzia dei cittadini già più volte offesi e traditi.Il Partito del Sud sottolinea che una prima parte dei fondi per le relative bonifiche da effettuarsi al più presto sono già disponibili ed assommano a più di 14 miliari di euro, cioè i fondi che sono stati assegnati, in violazione del dettato costituzionale, per l'acquisto, a nostro avviso sconsiderato, degli aerei F 35, per non parlare poi delle ingenti somme previste per l'acquisto improvvido di sommergibili e di fregate....fregate e fregature che vengono somministrate ogni giorno ai cittadini di questo povero Stato da vent'anni vergognosamente bloccato sui problemi di un singolo cittadino oggi pregiudicato, mentre tutti i restanti cittadini, meridionali in primis, soffrono e muoiono abbandonati nella disperazione.Il Partito del Sud ,che ha sostenuto in alleanza elettorale il Sindaco Luigi De Magistris , ricorda poi l'incredibile emergenza rifiuti ereditata dalla Giunta De Magistris a Napoli, situazione in larga parte risolta in una battaglia titanica e spesso solitaria contro tutto e contro tutti; mafie, apparati e massonerie deviate , come le dichiarazioni del pentito Schiavone lasciano intendere .Così come una battaglia titanica e spesso solitaria è stata ingaggiata contro la piovra massomafiosa da Comitati , Associazioni e singoli cittadini su quei territori, come il Sud Pontino, dove da tempo si manifesta contro l'emergenza sanitaria in corso, nella disinformazione, come visto prima, di quelle istituzioni che dovrebbero per prime vegliare sulla salute dei cittadiniIl Partito del Sud invita tutti a riflettere su come proseguire sulla strada di quella 'Rivoluzione Meridionale' profetizzata da Guido Dorso, ora più che mai ineludibile anche alla luce di questa vicenda. Rivoluzione pacifica, democratica e di legalità per arrivare finalmente a risolvere definitivamente e non in modo velleitario i problemi drammatici del Sud e dell'intero paese .

SEGRETERIA POLITICA NAZIONALE DEL PARTITO DEL SUD

info@partitodelsud.eu

sabato 17 agosto 2013

Sud Project Camp: Buon Ferragosto ! …pensando alle prossime tappe.

Fonte: SPC

NON ce lo nascondiamo, siamo già in pieno week-end della settimana che ci porta a ferragosto, data sacra per tutti gli italiani e dedicata meritatamente al riposo.Solo una settimana fa eravamo a Longobardicon gli amici calabresi del progetto a preparare la serata del 3 agosto. Come abbiamo detto una serata bellissima che ci ha dato modo di capire che questo format, moderno, vivace, partecipato, piace.E il Sud ha voglia di partecipare.
Stiamo già pensando alle prossime tappe che ci vedranno sicuramente in Campania, a Napoli, in Puglia, a Bari e forse ancora in Calabria. Ma le richieste sono tante e anche le associazioni, le aziende, i singoli e i gruppi che stanno chiedendo di aderire all’iniziativa aumentano ogni giorno di più.In effetti il vero valore aggiunto del Sud Project Camp è l’incontro, questa capacità di vedere tutti insieme  questo nostro sud non più come un problema, ma come una risorsa.
Come una terra madre e non più matrigna, come un luogo di cui andare fieri e di cui avere cura.Il Sud, una comunità che ha voglia di rinascere ecco cosa viene fuori da questi primi incontri e dalle chiacchierate che ogni giorno ci facciamo con chi ci chiede del progetto.Una comunità, non un ghetto, una terra accogliente e non razzista, un luogo dove la crisi non impedisce di aggiungere sempre e comunque un posto a tavola.Attenzione, non un Eden, conosciamo i nostri limiti, ma proprio perché li conosciamo sappiamo di poter ripartire.

E allora buon meritato riposo a tutti e Buon FERRAGOSTO !


mercoledì 14 agosto 2013

14 agosto 1861: l'eccidio di Pontelandolfo e i conti difficili con la nostra storia.

CONTROSTORIE

di Gigi Di Fiore

Eccoci nei giorni di Ferragosto. Un anniversario particolare, per la storia dei primi anni di unità d'Italia. 14 agosto 1861: l'eccidio di Pontelandolfo. La cittadina, in provincia di Benevento, si è dichiarata per delibera "martire dell'unità d'Italia". Quando, in occasione delle celebrazioni per i 150 anni di unità, a Pontelandolfo arrivò Giuliano Amato nella sua veste di presidente del comitato per l'anniversario, chiese scusa a nome dell'Italia intera. E un messaggio di ricordo venne spedito anche dal presidente Giorgio Napolitano.

Pontelandolfo. Come Pietrarsa, come Gaeta, negli ultimi anni diventati luoghi simbolo di un'unità dai tanti lati oscuri. Unità calata dall'alto, imposta con la forza, cui rimase estranea l'intera classe contadina del Mezzogiorno, come osservò Antonio Gramsci."Giustizia è fatta su Pontelandolfo e Casalduni, esse bruciano ancora", telegrafò il tenente colonnello Pier Eleonoro Negri, vicentino al comando dei 400 bersaglieri che nella notte irruppero nel paese. Diritto di rappresaglia, in una zona dove non c'era guerra dichiarata, Era in corso, però, il più sanguinoso conflitto civile della storia unitaria: le rivolte contadine bollate come brigantaggio.Qualche giorno prima, nella strada verso Casalduni, erano stati uccisi 41 soldati al comando del tenente Cesare Bracci, inviati a controllare la zona, dove si muovevano numerose bande. La più importante era quella guidata da Cosimo Giordano. Il comando italiano a Napoli, con il luogotenente Enrico Cialdini, decise la rappresaglia. Una colonna, guidata dal maggiore Carlo Melegari, si diresse a Casalduni. L'altro, quella di Negri, a Pontelandolfo.Immagini che ricordano il film Soldato blu, con le giubbe azzurre a distruggere il villaggio di pellerossa cogliendo nel sonno gli indiani. Successe anche a Pontelandolfo. Il Sud Far West dell'Italia, nei mesi post-unitari.Tutto fu distrutto, rimasero in piedi solo tre case. E, nel dicembre successivo, l'episodio venne ricordato in Parlamento a Torino dal deputato milanese Giuseppe Ferrari. Parlò di "giustizia barbara".I morti contati dai giornali dell'epoca furono 146, ma la stima esatta non si è mai conosciuta: molti furono travolti dall'incendio delle loro case, di altri i familiari ebbero vergogna e timore a denunciarne la scomparsa attraverso i registri parrocchiali. 

Eppure, la stima comparata dei defunti in zona di quegli anni, nota un incremento tra il 1861-62. Sintomatico. Una lapide, fuori al comune di Pontelandolfo, ricorda le vittime dai nomi certi. Anche la toponomastica è mutata due anni fa: ora strade e piazze ricordano i nomi di alcuni di quei morti.Anche così il Mezzogiorno fu unito all'Italia, Sangue, repressione e violenze, da non dimenticare. E non per spirito di nostalgia con il passato, o per seminare odio e separazioni, ma per non rimuovere la memoria. Il quadro dell'unificazione deve essere completo e noto a tutti.  Come gli americani, dovremmo finalmente cominciare a fare i conti con la nostra storia. Senza polemiche e con serenità. Altrimenti, per la nostra povera Italia, non ci sarà futuro.

Fonte: Il Mattino