“Lo stato italiano è stato una dittatura feroce che ha messo a ferro e fuoco l’Italia meridionale e le isole, squartando, fucilando, seppellendo vivi i contadini poveri che scrittori salariati tentarono d’infamare col marchio di briganti –ANTONIO GRAMSCI -”

lunedì 6 aprile 2015

Il Meridionalismo deve trovare rappresentanza, deve inquinare i luoghi comuni delle politiche correnti.


cropped-testatablog2.jpgSono molti coloro i quali (anche tra chi non è proprio meridionale o meridionalista) dicono che il Sud è sparito dalle politiche dei governi e che non ha più (semmai ce l’ha avuta) rappresentanza all’interno degli schieramenti politici.

Tutto assolutamente e drammaticamente vero. Il Sud divenuto problema, o meglio, è da sempre problema di un’Italia che guarda dall’alto verso il basso le sue terre non riuscendo, per questo, mai a mettere a fuoco, nelle visioni dei governi, le regioni che si trovano più in basso geograficamente. Ebbene questa Italia ha fatto in modo, con un’accelerazione nell’anno delle celebrazioni dei 150 anni di unità d’Italia, di far nascere a sud un orgoglio nuovo e una riscoperta delle proprie radici, ancora molto debole (prima era assente), ma utile a far ripartire l’idea di un sud che può essere protagonista in Italia, in Europa, nel Mediterraneo.

Questo sentimento ha fatto sì che miriadi di movimenti, gruppi, iniziative, partiti si rifacessero al sud e alla sua rinascita politica ed economica.

Poi però questo slancio di è fermato: o davanti all’illusorio miraggio di una rinascita di un Regno delle Due Sicilie che non tornerà, o di uno pseudo grillismo meridionale, o di un sudismo in salsa leghista, o di un “tutti insieme appassionatamente” e isolati dal resto della politica “nazionale”…

Noi, come Partito del Sud, abbiamo sempre più in questi anni maturato l’idea che i grandi progetti si costruiscono a piccoli passi in avanti, microscopici alle volte, ma pur sempre in avanti. Le politiche si costruiscono con le “idee” e non solo con le invettive o con le denunce e soprattutto si costruiscono “inquinando” i luoghi comunidell’animeridionalismo o addirittura l’assenza totale di sud nelle visioni politiche di tutti i giorni.

Si costruiscono “stando dentro” le politiche e le dinamiche degli schieramenti, si costruiscono “iniettando sud” dove il sud non c’è, si incide su visioni federaliste e non assistenzialiste, si incide partendo dal quadro istituzionale presente e non ipotizzando cose inesistenti pensando di poter scimmiottare il separatismo Basco e Catalano oppure quello Scozzese.

Pensiamo che da sud si possa ricostruire un intero Paese con visioni nuove aperte al Mediterraneo, attente alla salute e all’ambiente, così come al lavoro. Pensiamo che si possa costruire passo dopo passo una maggiore collaborazione tra regioni del sud e città metropolitane per far avere un “peso politico” a queste nostre terre anche nelle decisioni troppo spesso prese altrove.

Bisogna lavorare politicamente, bisogna essere “rivoluzionari nelle idee e nelle proposte” un po’ meno alle tastiere dei PC, un po’ più dove si decide, dove si scrivono gli assetti futuri del Paese.

Crediamo in Sud forte, per questo lo vogliamo costruire mattone dopo mattone, non pensando alla bandiera da issare poi sul tetto, ma pensando alla solidità  della costruzione che la farà sventolare.

Michele Dell’Edera
Partito del Sud – Puglia.
 

sabato 4 aprile 2015