Le celebrazioni per l'Unità d'Italia, avvenute nel 2011, sono
state un momento importante anche per ricordare verità storiche e pagine non
degne del processo unitario e restituire onore e giustizia a miglia di vittime
innocenti.
Si è iniziato a cogliere finalmente l'occasione per analizzare con
onestà e serenità il complesso svolgimento del processo di unificazione del
Paese, ribadendone il carattere sostanzialmente progressivo ma anche cercando
di riconoscerne gli errori e i limiti che hanno comportato gravi sofferenze per
molti degli italiani stessi.
Seppur in ritardo, è necessario, per poter dire che l’unità sia
pienamente realizzata, affrontare questa e altre ferite aperte, nella
convinzione che la verità, e non la rimozione, sia la terapia migliore per
lenire le lacerazioni del passato per superarle nei valori della modernità
democratica consolidata dalla Costituzione Repubblicana del 1948. Mai come in
questo caso è necessario ribadire che la verità rafforza l’unità. Come
affermato in cerimonie diverse anche dai Sindaci di Gaeta e Reggio Emilia
durante la consegna del primo tricolore alla città di Pontelandolfo.
In questo quadro, per noi meridionalisti progressisti, ma direi
per tutti i cittadini di questo paese, è stato particolarmente significativo il
gesto compiuto dal Sindaco Variati che si è recato il 15 agosto 2011 a
Pontelandolfo, una delle città martiri del sud, a chiedere scusa per il
massacro colà perpetrato nel 1861 da una colonna piemontese al comando di un
colonnello originario della città berica; impegnandosi
pubblicamente ad intitolare, come tangibile segno di riconciliazione, una via
di Vicenza alla città di Pontelandolfo.
L'eccidio di Pontelandolfo, compiuto da una colonna di 400
bersaglieri il 14 agosto del 1861, è tra le pagine più oscure del Risorgimento.
La vicenda si inquadra nell'anno più caldo del cosiddetto brigantaggio
post-unitario.
L'11 agosto 1861, 41 dei 44 soldati al comando furono uccisi da
uomini della banda Giordano nei pressi di Pontelandolfo, una zona dove da
giorni erano in corso azioni di resistenza ad opera di bande di ex soldati
borbonici.
Dopo la morte dei 41 soldati, fu comandata un'azione di
rappresaglia militare a Pontelandolfo e Casalduni. Il luogotenente Enrico
Cialdini, disse che di Pontelandolfo non doveva rimanere più pietra su pietra.
L'azione militare fu spietata, la colonna di soldati distrusse l'intero paese radendolo
al suolo, uccidendo un migliaio di persone innocenti, fra cui donne, bambini,
anziani. E’da quel lontano giorno del 1861 che Pontelandolfo
attendeva che venisse riconosciuto il massacro.
Sabato 11 Giugno 2016 il
Sindaco Variati inaugurando Piazza Pontelandolfo a Vicenza ha mantenuto fede
alla parola data quel 15 agosto del 2011.
Oggi è una giornata di festa per noi Meridionalisti Progressisti
del Partito del Sud, che abbiamo partecipato a questa cerimonia, e per tutti
gli uomini liberi di questo paese. Dopo
tante incomprensioni da oggi Pontelandolfo e Vicenza sono più vicine all’insegna
dell’onestà intellettuale e della verità storica. Complimenti Sindaco Variati e
Sindaco Rinaldi, grazie!
Filippo Romeo
Coord. Regionale Veneto del PdelSUD
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IL SINDACO RINALDI DI PONTELANDOLFO CON FILIPPO ROMEO COORD. PdSUD |
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FILIPPO ROMEO CON IL SINDACO DI VICENZA ACHILLE VARIATI E IL SINDACO DI PONTELANDOLFO RINALDI |
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