'Briganti o emigranti'
Di Marenza De Michele
Una fiammella per ogni vita spenta nel tragico tentativo di difendere la propria terra e la propria libertà -uomini donne bambini- in una guerra in cui gli esiti potevano anche essere scontati, troppa disparità di forze, ma non altrettanto scontati gli effetti a lungo termine di cui ancora stiamo pagando il prezzo.
'Briganti o emigranti' -ed io faccio parte della seconda categoria- il dolore più forte è l'essere stati privati del proprio passato, della propria storia, e con essi della dignità e del valore di un popolo che non ha nulla di cui vergognarsi...una genìa diventata becera e maledetta non solo agli occhi di chi ha condotto il gioco, ma soprattutto agli occhi delle vittime, vittime due volte.
E allora io non posso festeggiare, voglio solo ricordare e chiedere a gran voce, ancora una volta, verità dignità e giustizia.
Rivoglio indietro la mia storia, rivoglio indietro l'orgoglio di essere meridionale, voglio che la parola SUD diventi il vessillo di una bandiera onorata esposta con fierezza dal suo popolo, non importa in quale landa desolata si ritrova a vivere.
E questo per noi che siamo vittime, noi appellati 'terroni', e per chi a sua volta ignaro continua a pagare le colpe dei padri inserito suo malgrado in un conflitto di cui non capisce il senso, vittima anche lui delle bugie e dei giochi sporchi.
Questo è per me il 17 Marzo...Unità? Ma quale unità...è ancora tutta da costruire, e un edificio non può avere come fondamenta la mistificazione, come in ogni famiglia bisogna cominciare da patti chiari e condivisi.
Io oggi voglio ricordare e chiedere ancora una volta VERITA'...tutto qui.
Buongiorno, per un nostro giorno della Memoria.
“Lo stato italiano è stato una dittatura feroce che ha messo a ferro e fuoco l’Italia meridionale e le isole, squartando, fucilando, seppellendo vivi i contadini poveri che scrittori salariati tentarono d’infamare col marchio di briganti –ANTONIO GRAMSCI -”
domenica 17 marzo 2013
giovedì 14 marzo 2013
NON CI PUO' ESSERE UNITA' SE NON C'E' UGUAGLIANZA - IL 17 MARZO C'E' POCO DA FESTEGGIARE
Non ci può essere unità se non c’è uguaglianza.
Il 17 Marzo c’è poco da
festeggiare
Ci accingiamo a festeggiare il 17 marzo l’Unità d’Italia e ancora una volta, purtroppo, il rischio
(molto concreto) è che la retorica prenda il sopravvento sulla sostanza.
L’Unità d’Italia
acquista valore se gli italiani sono messi in condizioni di unità davanti alle
sfide del futuro e del presente.
Non
ci può essere unità se non c’è uguaglianza. E’ per questo motivo che il Partito del Sud invita istituzioni e
cittadini a riflettere su quanto della sbandierata unità oggi è stato attuato a
152 anni dalla proclamazione (in francese) del Regno d’Italia.
Quello che oggi sappiamo è:
●
Che la storia che viene raccontata e fatta
studiare nelle scuole non è ciò che è veramente accaduto 152 anni fa.
●
Che il Sud non era così arretrato così come lo
si è voluto dipingere
●
Che l’emigrazione dalle nostre terre è iniziata dopo 1861
●
Che la chiusura delle fabbriche, fiore
all’occhiello del sud, si sono avute dopo l’Unità d’Italia
●
Che il Brigantaggio non è stato un evento di
delinquenza comune, ma è stato anche, e soprattutto, rivolta ai soprusi degli
occupanti e dei signori subito passati con i vincitori.
●
Che al Sud, ancora oggi, non ci sono ferrovie
degne di questo nome
●
Che al Sud, non ci sono investimenti
infrastrutturali degni di questo nome
●
Che al Sud, gli interessi bancari sono più
elevati che al nord
●
Che al Sud, le assicurazioni costano di più e
che non è vero che al sud ci sono più truffe che in altre parti d’Italia (dati
ISVAP)
●
Che le assicurazioni auto sono obbligatorie e
che quindi i cittadini del Sud onesti non possono essere discriminati rispetto
a quelli del nord. (articolo 3 della Costituzione)
●
Che l’agricoltura e l’agroalimentare sono
l’ossatura portante della nostra economia e che invece vengono considerati come
un elemento secondario del PIL.
●
Che ciò che nei decenni è stato spacciato come
intervento straordinario al sud da parte dello stato, si è rivelato in realtà
un intervento sostituivo di quanto l’Italia doveva al Sud.
●
Che non è vero che il Sud vive alle spalle del
Nord.
●
Che non è vero che il sistema universitario del
Sud sia peggiore di quello del nord pur in presenza di investimenti minori, di
forte discriminazione e di un’infima propaganda.
●
Che quasi la totalità degli interventi per
favorire le imprese al Sud sono finiti alle imprese del nord che sono venute,
hanno intercettato i finanziamenti e poi sono scappate via.
●
Che il Sud è visto solo come un grande immenso
mercato.
●
Che il Sud non deve intraprendere.
●
Che al Sud è concesso, per disperazione, di
subire solo il ricatto o lavoro o salute
●
Che il Sud è visto, grazie a una connivenza
vomitevole tra malavita, politica e imprese senza scrupoli (quasi sempre del
nord), come una grande discarica.
●
Che sulle scuole del Sud si investe molto meno
(quasi nulla) rispetto alle scuole del nord
●
Che le risorse del sud, petrolio, energie
alternative, risorse varie del suolo e del sottosuolo, sono prelevate al sud
per arricchire aziende del nord o del resto d’Europa per lasciare al sud solo
l’inquinamento
●
Che il Sud non merita una classe politica pronta
a cedere tutto per un piatto di lenticchie
●
Che tutti gli italiani hanno il diritto, con le
preferenze, di votare gli uomini e le donne che li rappresentano.
Allora, se è vero tutto questo, chiediamo quanto meno di festeggiare la
verità.
L’Unità si costruisce con i fatti e l’attenzione alle persone, ai
cittadini,
non con la retorica.
Buon 17 Marzo !
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