“Lo stato italiano è stato una dittatura feroce che ha messo a ferro e fuoco l’Italia meridionale e le isole, squartando, fucilando, seppellendo vivi i contadini poveri che scrittori salariati tentarono d’infamare col marchio di briganti –ANTONIO GRAMSCI -”

lunedì 28 febbraio 2011

Il fenomeno rivoluzionario nordafricano

Esiste in Italia, come anche in altre parti del mondo, una cospicua porzione di popolazione che è convinta, in cuor suo, che non cambia mai nulla; ogni fenomeno politico o economico come ogni evoluzione sociale o tecnologica non fa altro che confermare l’assetto di sempre. Si tratta di quella maggioranza silenziosa che ha da sempre avallato (e ancora lo fa) il meno peggio tra le opzioni esistenti, partecipando silentemente ma molto più decisivamente di quanto non sembri, alla conservazione dell’esistente. In passato quella maggioranza silenziosa con quel “lasciar fare al manovratore” ha saputo preservare intere civiltà da salti nel buio, ma oggi le cose sembrano andare molto più in là.
Lasciare mano libera al manovratore dalla fine degli anni ’90 in poi ha significato, specie in Italia, non più la conservazione degli assetti sociali esistenti ma terremoti incredibili e quindi veri e propri salti nel buio: l’introduzione dell’euro, l’apertura delle frontiere a persone e cose provenienti da lontanissimo, la finanza d’assalto, l’energia lasciata ad esclusivo appannaggio di una strettissima minoranza planetaria, la rinunzia alla elaborazione di un modello di sviluppo alternativo capace di far decollare il Sud, lasciare colpevolmente che una parte del mondo come il Nordafrica continuasse ad esser tiranneggiato,… sono pratiche politiche che sono state sostenute dalla destra come dalla sinistra e sono state tutte pratiche che avrebbero potuto essere realizzate in modo molto migliore. In definitiva l’Italia e il Sud ne sono stati travolti contro la volontà e l’interesse dei cittadini. La casta politica si è distaccata dalla gente, ha fatto a modo suo, producendo anche il disastro libico, vero e proprio emblema del fallimento delle politiche calate dall’alto.
Il fenomeno rivoluzionario nordafricano è di quelli che sgomentano i perbenisti e colgono di sorpresa gli “esperti”. Ma anche la crisi finanziaria ha colto di sorpresa gli “esperti”. Anche l’attentato alle Torri gemelle colse di sorpresa gli “esperti”. Anche lo scoppio della bolla internet colse di sorpresa gli “esperti”, come lo scoppio della bolla immobiliare…
Ma non sarà che questi esperti sono degli emeriti imbecilli e che la loro cultura politica -che le Università blasonate si fanno pagare a peso d’oro- è una bufalata pazzesca?
Una cultura politica vecchia ed insufficiente, un personale animato da pastoie da bottega, con obiettivi al massimo regionali come il federalismo, hanno prodotto il risultato che vediamo oggi: il mondo è andato avanti tanto che pure i beduini vorrebbero avere progresso e democrazia mentre i nostri cadono dalle nuvole! Essi in questi anni, al più, sono riusciti a ritagliarsi qualche fetta di potere fidando sul fatto che meridionali e precari, classe media e giovani non avrebbero mai alzato la testa.
E continuano a litigare come dividere tra partiti o tra regioni una torta ormai insufficiente anche per chi la confeziona.
Le rivoluzioni africane e asiatiche ci ricordano che anche il meccanismo della rappresentanza è cambiato molto: il consenso che prima si raccoglieva attorno ai partiti e ai loro leader oggi si raccoglie attraverso la rete e produce risultati incontrollabili. La istituzionalizzazione di queste enormi novità socio tecnologiche e le risposte da fornire alle richieste che emergono dalla base sono compiti troppo più grandi delle povere menti e delle superate conoscenze degli “esperti”. E quando i potenti non riescono a risolvere i problemi con le buone, lo fanno con le cattive: mandano i militari nelle parti del mondo che ardiscono ad avere un pensiero non allineato oppure obbligano i cittadini a pagare il mancato sviluppo con un fisco esoso ed ingiusto. E quel ricorso alla forza é proprio la confessione di aver fallito o di non sapere come fare.
Quindi oggi va detto chiaro e forte alla classe media che per riuscire a lasciare le cose come sempre sono state cioè per riuscire cioè a ricreare una società che cresca in modo solido ed ordinato bisogna che si sostituisca tutta la classe politica.
Ci vuole gente che sappia dirci come fare occupazione, come fronteggiare le ricorrenti crisi petrolifere, come fermare i prezzi, come sveltire la burocrazia, come convivere con centinaia di milioni di disperati che premono alle nostre frontiere, come difenderci dalla invadenza dei Poteri forti, come salvare la finanza dalla prossima crisi,… altro che federalismo o riforme istituzionali entrambi voluti per rafforzare chi è già forte!
Ci vuole una nuova e differente cultura politica.
* Economista meridionalista
Fonte ondadelsud.it
 

lunedì 14 febbraio 2011

Alluvioni nel Veneto, è polemica: «Tolti 100 milioni al Mezzogiorno»

«È in corso l'ennesimo e volgarissimo scippo di risorse a carico della Puglia e delle regioni meridionali», attacca l'assessore regionale pugliese alle Opere pubbliche e Protezione civile, Fabiano Amati, dopo l'approvazione (in Commissione Affari costituzionali e Bilancio del Senato) di un emendamento al decreto milleproroghe «che destina 200 milioni di euro alle regioni del Nord colpite da recenti alluvioni, prelevandoli dalle somme destinate alle regioni meridionali per mitigare il grave dissesto idrogeologico»: «Con l'emendamento approvato», afferma Amati, «si destinano in favore della Liguria e del Veneto 100 milioni del fondo FAS di un miliardo assegnato al dissesto idrogeologico e che appartiene esclusivamente alle regioni del Mezzogiorno».
Fonte il Giornale di Vicenza.