“Lo stato italiano è stato una dittatura feroce che ha messo a ferro e fuoco l’Italia meridionale e le isole, squartando, fucilando, seppellendo vivi i contadini poveri che scrittori salariati tentarono d’infamare col marchio di briganti –ANTONIO GRAMSCI -”

lunedì 28 novembre 2011

Vicenza- Blitz alla Fiera contro il Parlamento della Padania

Scritte e manifesti di fronte alla Fiera che ospiterà il Parlamento Padano


 

Oggi pomeriggio una settantina di attivisti del Presidio No Dal Molin e dei comitati provinciali per la difesa del territorio e dei beni comuni hanno effettuato un blitz davanti alla Fiera di Vicenza dove, tra una settimana si terrà il Parlamento della Padania. Sono stati attaccati manifesti sulla vetrata d'ingresso del Palazzo della Fiera e nei dintorni. Inoltre, sulla strada di fronte, gli attivisti hanno fatto grandi scritte “La Padania non esiste”, “No al Parlamento Padano” e “No Lega”. Lo striscione, appeso sul cancello di entrata recitava “No alla farsa del Parlamento Padano.
E' stata la prima iniziativa di una campagna mobilitazione che si svilupperà da qui ai prossimi giorni contro la farsa del Parlamento Padano del 4 dicembre.
Riportiamo di seguito il comunicato delle realtà che hanno organizzato l'iniziativa.
Dopo il fallimento del loro governo, i leghisti tentano di rifarsi una finta verginità rispolverando le solite bugie sulla secessione, sull’autogoverno, su Roma ladrona.
Loro, che sono stati i peggiori centralisti, che sono stati quelli che hanno imposto da Roma schifezze come il Dal Molin, che distruggono il territorio con mostruosità come la Pedemontana o la Valdastico sud, che hanno messo alla fame gli enti locali, vorrebbero ripulirsi la coscienza tornando a Vicenza con la buffonata del Parlamento padano.
Hanno difeso la casta e i suoi privilegi.
Usano razzismo e xenofobia contro i migranti per nascondere le proprie responsabilità per quanto riguarda la crisi economica.
I vicentini hanno ben conosciuto la Lega che ha governato l’Italia tra fallimenti e bunga bunga.
Se ne stiano a casa loro!!!
Invitiamo tutte/i a costruire insieme una mobilitazione/contestazione contro questa farsa del Parlamento del Nord e facciamo sentire i leghisti persone indesiderate nella nostra città.
Presidio No Dal Molin

Comitato Difesa Salute e Territorio Alto Vicentino-Valle Agno

Fonte: globalproject.it

venerdì 25 novembre 2011

ASSESSORE AL BILANCIO DEL COMUNE DI GAMBELLARA ADERISCE AL PARTITO DEL SUD.

 


COMUNICATO STAMPA
 
Il Partito del Sud è lieto di accogliere tra le proprie file la Dott.ssa Francesca Maria Rossi Assessore al Bilancio del Comune di Gambellara (VI), carica che ricopre dopo essere stata eletta nelle elezioni comunali del maggio scorso nella Lista Civica "Vivere Gambellara". La Dott.ssa Rossi, conoscitrice delle tematiche meridionaliste, dopo attenta ed approfondita analisi delle strategie e proposte politiche del nostro Partito, ha deciso di aderire al Partito del Sud inoltrando la richiesta di tesseramento alla nostra Federazione Provinciale che con piacere ha accolto la domanda. 
Rimarcando che la giunta comunale di Gambellara, sostenuta da sole liste civiche, ha avuto il merito di relegare all'opposizione, fra gli altri partiti, anche la Lega Nord, siamo certi che l'ingresso nel nostro Partito della Dott.ssa Rossi potrà portare ulteriore slancio alla nostra azione politica anche in previsioni delle prossime elezioni provinciali di Vicenza dove il nostro Partito sarà presente con la propria lista.

Partito del Sud Vicenza
Coord. Provinciale
Filippo Romeo

venerdì 18 novembre 2011

FRA NORD E SUD LA VERITA' SUL DEBITO

di Lino Patruno 

Occorre rassicurare Monti che il Sud non ha alcuna intenzione di chiedere di più. Può bastare che gli venga dato quanto gli è attribuito. E che quanto gli è attribuito non sia ancòra un bancomat dal quale prelevare per qualsiasi necessità, dalle multe ai lattai settentrionali ai contributi ai traghettatori del Lago di Garda. E’ giusto che il presidente abbia ricordato le note dolenti della Questione meridionale: infrastrutture, disoccupazione, innovazione, rispetto della legalità. Problemi da affrontare, giusto anche questo, utilizzando meglio i soldi a disposizione. E non fa una piega il richiamo anche a una Questione Settentrionale: costo della vita, delocalizzazione, nuove povertà, bassa natalità (benché ora siano le mamme terrone a non azzardarsi più a fare figli).

È vero anche che la crescita è stata deludente a Nord come a Sud. E però nessuno quanto un economista alla Monti sa che sarà tanto più deludente quanto meno crescerà il Sud. Oggi vi lavora il 20 per cento in meno che al Nord: un giacimento di potenziale sviluppo al servizio di tutti. Dove però non si va a scavare lasciando inutilizzata una ricchezza possibile. Né ci sono le condizioni perché il Sud possa fare da solo come vuole, a cominciare appunto dalle infrastrutture. Per dire: se si fa l’alta velocità ferroviaria al Nord, la si faccia anche al Sud. Solo un piccolo esempio di ripartenza nel modo giusto.

Una ritrovata coesione sociale e territoriale, ha prospettato il presidente. Per mettere a tacere chi al Sud continua ad aspettarsi solo soldi e assistenza. Ma anche chi continua a vaneggiare di Nord depredato e che non ne può più. Come fa la Lega passata da “Roma ladrona” a “Roma poltrona” e ora tornata a “Roma ladrona”.

Mentre il Paese dovrebbe stringersi “a coorte”, costoro convocano il Parlamento della Padania. E ricominciano a parlare di rendita di posizione al Sud senza guardare mai alle loro pensioni di invalidità. Né alle Province che non hanno voluto abolire. Né al loro Ponzellini indagato per associazione a delinquere e che volevano presidente della Banca del Mezzogiorno.

Polpetta avvelenata - Per fortuna dicono di averci sempre pensato loro al Sud: con la polpetta avvelenata del federalismo fiscale. Che parte da una grande menzogna sull’attuale debito pubblico. Correvano gli anni ‘70 quando, in un distratto Ferragosto, gli Stati Uniti annunciarono: il dollaro non è più convertibile in oro. Con la sola guerra del Vietnam ne avevano perse 90 mila tonnellate. Si passava dai cambi fissi fra le monete ai cambi variabili: dalla stabilità alla instabilità. Qualche anno dopo, il secondo conflitto Israele-Arabi portò alla guerra del petrolio: domeniche a piedi e città a luci spente. Ne fu distrutta l’industria pesante che avevano appioppato al Sud, dalla siderurgia alla chimica alla raffinazione. Fu anche la rapina delle banche del Sud dichiarate sommariamente fallite.
Occorreva però sostenere la piccola e media industria del Nord. Ecco la “svalutazione competitiva” della lira. Si teneva basso il valore della lira per far costare meno i prodotti che il Nord esportava. Grande inflazione, stampa continua di carta moneta dal valore sempre minore. Quattro le conseguenze, cui nessuno allora fece caso.

Uno: l’impoverimento ulteriore del Sud, perché valore basso della lira e inflazione significavano colpire soprattutto i consumatori meno abbienti, i meridionali (come ora con l’aumento dell’Iva).

Due: se con la lira svalutata il Nord esportava di più, l’Italia si indebitava sempre di più, anzitutto per pagare il petrolio sempre più caro.

Tre: tra caro-petrolio e inflazione, per coprire i buchi di bilancio occorreva chiedere sempre più prestiti (anche allora ai famosi “mercati”). Ecco crescere quel debito pubblico che ci ritroviamo. Con una aggravante, ah signora Merkel: per riunificarsi, la Germania Ovest non dette assistenza all’Est (come si era scelto di fare col nostro Sud), ma attirò i capitali esteri pagando interessi sempre più alti. Su quegli stessi mercati cui anche l’Italia dovette pagare questi interessi crescenti.

Quattro: il protezionismo a favore del Nord non solo inguaiò il resto del Paese (leggi Sud). Ma per anni consentì alle imprese del Nord di non pensare a quel minimo di innovazione e produttività che sarebbero stati utili quando sarebbe arrivata la concorrenza senza ombrello (la globalizzazione). Per questo oggi nelle classifiche della produttività l’Italia è sotto anche allo Zimbawe. Per questo abbiamo i salari più bassi d’Europa ma il costo industriale più alto.

Privilegio al nord - Quando il carnevale finì, e grazie al privilegio concesso al Nord tutta l’Italia dovette pagare più tasse, allora la Lega lanciò la rivolta fiscale contro “Roma ladrona”: non volevano pagare le tasse che essi stessi avevano determinato per tutti. E fu allora che inventarono il federalismo fiscale. Ciascuno si tiene i suoi soldi. Non vogliamo dare soldi al Sud. Quel Sud al quale non solo non avevano mai dato soldi, ma che avevano ancor più impoverito con l’inflazione per i loro comodi.
Anche questo il Sud deve ricordare a chi lo accusa mentre esordisce Monti. La coesione nazionale si poggia anzitutto sulla verità. Anche se potrà indispettire il signor Bossi che Monti sia uno di Milano, cioè delle sue parti. Fonte: La Gazzetta Del Mezzoggiorno
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venerdì 4 novembre 2011

La voce contro la Lega del Partito del Sud ogni Venerdì, da oggi, sul quotidiano nazionale TERRA dei Verdi

Da Partito del Sud - Napoli: Raccogliendo la proposta ed offerta del nostro amico Francesco Emilio Borrelli, dirigente nazionale Responsabile del Mezzogiorno dei Verdi, parte con oggi una rubrica settimanale sul loro quotidiano ecologista TERRA, contro la Lega e le sue magagne, a cura del Partito del Sud. Troverete in edicola ogni Venerdì un nostro articolo in merito. Il primo, qui riportato, è a firma di Andrea Balìa. Altri dirigenti del partito firmeranno i seguenti.

Un grazie agli amici Verdi per l'ospitalità e l'opportunità concessaci.

Andrea Balia





“Il perché d’un’emergenza”

Inizia una rubrica settimanale che ogni Venerdì sarà presente sul quotidiano “TERRA”, dal titolo “…di bassa LEGA”. Il PARTITO DEL SUD se ne farà carico, e c’è un perché. Saremo ospiti, onorati di esserlo per una serie di assonanze e convergenze d’idee con gli amici VERDI. Tenteremo, di volta in volta, di denunciare specifiche iniziative, notizie, vergogne di vario genere, di cui questa iattura politica che rappresenta la LEGA NORD si fa carico ormai da diversi anni, tanto che la loro attività possa essere tranquillamente classificata “ ..di bassa LEGA”. Questo primo pezzo non può che avere il carattere della presentazione, e prenderà invece sempre più il profilo d’articoli mirati su specificità e magagne su cui ormai risulta non più procrastinabile sorvolare, senza che la pubblica opinione dotata di un minimo d’onestà intellettuale ne abbia conoscenza e consapevolezza. Il Partito del Sud, che è nato nel 2007, nasce con l’intento di dare una rappresentatività politica al Sud, degna di questo nome. E’ una forza identitaria e progressista, federalista costituzionale unitaria, che si rifà alle lezioni di Guido Dorso, di Salvemini, Gramsci e Cattaneo. Non ha nulla a che spartire con le aggregazioni finto/meridionaliste tipo “Grande Sud” (Miccichè, Poli Bortone, Scotti), appiattite nell’area di centrodestra, a sostegno del governo più antimeridionale dalla nascita della Repubblica ad oggi ed alleato della Lega. Come si possa essere meridionalisti, a difesa del proprio territorio e del suo ambiente, e votare le leggi della Lega resta un mistero, o meglio l’ennesimo “pacco” che si vuol rifilare al meridione da parte di politicanti di vecchio mestiere (ex Forza Italia, AN e DC) che tentano di cavalcare l’onda del fervore meridionalista ad uso e consumo dei soliti interessi privati, prevalentemente nordisti. Il Partito del Sud ha partecipato già a diverse competizioni elettorali, come alle comunali di Gaeta nel 2007 dove ha vinto le elezioni unitamente alla lista civica del sindaco Antonio Raimondi, e gestisce l’assessorato al Demanio col suo Presidente Onorario Antonio Ciano. E’ stato presente alle elezioni di Latina, Suzzara (Mantova), Grosseto, Caserta, Casale di Principe, e con una sua lista nella coalizione vincente a sostegno dell’elezione di Luigi de Magistris a Napoli, dove da la sua collaborazione alla relativa giunta. Tra le parole d’ordine che lo caratterizzano vi è lo slogan “mai con la Lega e i suoi alleati!”, e questo ci avvicina oltremodo alla condivisa opinione con i Verdi d’un’emergenza da affrontare. Basta con le iniziative solamente condite di pur sana ironia, tutta mediterranea, ma facendo il salto di qualità della vera e dura denuncia verso le nefandezze di questa forza politica che con l’8/9% condiziona tutta la politica, indirizzandola in un corollario di scellerate leggi e provvedimenti in gran parte indirizzati contro il Sud. La predica, tra l’altro, di questi signori arriva da un pulpito inappropriato per qualità ed onestà che non ne giustifica oltremodo il prosieguo. Ce ne faremo carico di svelare e denunciare l’inadeguatezza anche da questa tribuna con l’opportunità concessaci. Grazie amici Verdi.


Fonte : Terranews