domenica 29 dicembre 2013
Blog del Partito del Sud sezione Veneto: superate le 10mila visualizzazioni.
Sud Project Camp verso il 2014



Presidente Sud Project CampCondividi su Facebook
giovedì 26 dicembre 2013
Cittadini, Meridionalisti e Progressisti, il nostro progetto di Sud

martedì 12 novembre 2013
Il Partito del Sud accanto a CGIL CISL e UIL per chiedere la modifica della legge di stabilità che scarica il peso della crisi sul Sud del Paese, sulle fasce deboli e sul pubblico impiego, arrivando ad aggredire anche i diritti costituzionali dei lavoratori.
Riduzione del numero dei componenti gli organi elettivi ed esecutivi a tutti i livelli di governo, degli incarichi di nomina politica, blocco delle consulenze a tutti i livelli dell’amministrazione pubblica.
Armonizzazione della tassazione delle rendite finanziarie alla media europea rispetto all’attuale aliquota del 20%.
sabato 9 novembre 2013
Appello Marlane Marzotto, contro il silenzio mediatico aderite anche qui.

I fatti raccontano che tra i circa mille operai che hanno lavorato nello stabilimento Marlane di Praia a Mare, moltissimi si sono ammalati di tumore e decine sono morti (per alcune stime attendibili, le vittime, sono oltre cento). Una percentuale altissima. I fatti raccontano di un grave inquinamento riscontrato nei pressi dello stabilimento calabrese. Un inquinamento tale da iscrivere il sito tra quelli da bonificare quanto prima. I fatti raccontano di innumerevoli tentativi, da parte degli avvocati che difendono gli imputati eccellenti, di rinviare il processo, di sospenderlo, di non farlo svolgere, di arrivare alla prescrizione. I fatti, oggi, raccontano di proposte di patteggiamento rivolte ai parenti delle vittime che si sono costituiti parte civile ai quali viene richiesto di accettare qualche migliaio di euro in cambio del loro ritiro dal processo. Una pressante richiesta di accordo che evidenzia lavolontà di sfruttare la rassegnazione e le necessità materiali delle vittime per ottenere in cambio una
esigere che si sappia la verità su cosa è successo nello stabilimento di Praia a Mare e che venga fatta giustizia per quella che è, nei fatti, una delle più grandi e dimenticate tragedie del lavoro avvenuta nel nostro paese.
Fonte VicenzaPiù.it
Caso Marlane Marzotto: l'appello di VicenzaPiù arriva in Calabria, Vicenza batti un colpo!
Caso Marlane Marzotto: l'appello di VicenzaPiù arriva in Calabria, Vicenza batti un colpo!
Di Giovanni Coviello (Direttore responsabile)venerdì 8 novembre 2013
«Questa m.... di marocchino va
dissolto»: Lega insulta il consigliere
L'attacco parte dalla sezione dei Carroccio di Ostiglia
Nei commenti spuntano anche minacce di morte

A lanciarlo, attraverso Facebook, la sezione della Lega Nord di Ostiglia, piccolo comune in provincia di Mantova dove tra l'altro finisce il percorso dell'ex ferrovia che parte proprio da Treviso. Le parole, con annesse minacce di morte tra i commenti, sono state scritte a corredo di un link a un articolo del portale Voxnews.info che si scaglia contro la decisione delle scuole Coletti di organizzare un corso di arabo per i bambini delle elementari.
Il sito riporta la notizia, del tutto infondata, che «nella nuova Treviso del marocchino consigliere comunale» agli alunni verrà insegnato il Corano e fatto provare il burqua. Nelle ultime ore la pagina Fb di Chaibi si è riempita di attestati di solidarietà. Oltre a lui, la Lega di Ostiglia se la prende anche con il ministro Kyenge, apostrofata come «faccia di m....». La segreteria nazionale di Sel ha chiesto a Maroni di intervenire e di dissociarsi, pena denuncia per istigazione all'odio razziale. (mf)
martedì 22 ottobre 2013
Vicenza 29 ottobre:riunione iscritti e simpatizzanti del Partito del Sud.
Dopo una breve cena di lavoro avremo a disposizione per la riunione una saletta riservata fino alle ore 23,00, termine della riunione.
Ordine Del Giorno:
- Tesseramento 2014
- Relazione situazione politica nazionale, a cura del Presidente Nazionale del Partito del Sud - Natale Cuccurese, e locale, ad opera del Coord. Regionale Veneto del Partito del Sud - Filippo Romeo
- Iniziative politiche in Veneto in vista della prossime elezioni amministrative
- Sud Project Camp prossimi eventi, organizzazione
- Analisi organizzazione elettorale e territoriale
- Varie ed eventuali
Mongiana, nasce un museo per la memoria. Così l'Italia smantellò l'azienda calabrese.

Martedì 22 ottobre, quella che fu la sede dello stabilimento, e che era diventata monumento all'abbandono, diventa museo. Ristrutturata, recuperata nelle sue aree principali, la ferriera potrà diventare luogo di ricordi di un sud industriale. Mongiana come Pietrarsa, come San Leucio.
Regione Calabria, Regione Campania, comune di Mongiana e la Fondazione Napolinovantanove hanno creduto nel progetto di recupero e restauro. L'inaugurazione di martedì, con uno dei principali studiosi della storia di quest'opificio, l'architetto napoletano Gennaro Matacena, è il coronamento del recupero.
Quella di Mongiana è storia troppo nota e dolorosa per rievocarla in dettaglio. Il polo siderurgico nacque negli anni del regno di Ferdinando IV di Borbone. Produceva semilavorati e venne considerato struttura fondamentale anche nel decennio francese. Le ferriere Nuove Regie divennero un fiore all'occhiello nel regno delle Due Sicilie. Progettista, nel 1771, fu l'architetto napoletano Mario Gioffredo. A Mongiana furono prodotte le materie prime per il ponte in ferro sul Garigliano e la ferrovia Napoli-Portici.
La fonderia aveva tre altoforni: Santa Barbara, San Ferdinando e San Francesco. Vi si produceva ghisa di alta qualità, simile a quella inglese. Le ferriere divennero sette, poi il complesso si ampliò con una fabbrica di armi. Nel 1860, lavoravano 1500 operai che si insediarono nella zona con le loro famiglie.
L'unità d'Italia portò allo smantellamento. Nel 1864, la commissione per le ferriere favorì la vendita ai privati, privilegiando gli insediamenti siderurgici del nord per la loro vicinanza ai complessi industriali di Piemonte, Lombardia e Liguria. Poi, atto finale, la vendita all'ex garibaldino Achille Fazzari. Sperava in aiuti statali, ma non arrivarono. Gli impianti furono piano piano smantellati, le strutture vendute. Rimase l'area Ferdinandea, dove si produceva acqua minerale, con una centrale idroelettrica e una segheria. Fu il declino, la chiusura. L'abbandono. Il gioiello industriale della Calabria chiuse. Erano passati appena 14 anni dall'unità d'Italia.
sabato 28 settembre 2013
Veneto. Buco di un miliardo nella sanità: rischio commissario e direttori in pericolo
VENEZIA - I numeri non sono mai una opinione, anche se è vero che si possono leggere in modo diverso. La sanità veneta che in questi giorni si è dovuta presentare a Roma con le carte dei bilanci in mano per la verifica d’obbligoun po’ di sudore alla fronte deve averlo sicuramente avuto. L’obbligo dato ai direttori generali era quello di non aumentare la spesa, ma nessuno è riuscito a rimanere a "zero". Anzi, c’è chi ha sforato e non di poco. Il buco ad oggi? Se non è di un miliardo (fornitori in attesa di un saldo, compresi), poco ci manca. Una cifra enorme. Certo, potranno arrivare i correttivi di fine anno, qualche cosa si aggiusterà con una tirata di redini della gestione: all’appello manca qualche trasferimento, ma l’esercizio in corso, eredità della giunta precedente, scricchiola. E non è un’opinione. Il rischio, questa volta, potrebbe anche essere quello di un commissariamento esterno.
Lo scorso anno il Veneto, con manovre correttive, vendita di beni e quant’altro era riuscito a portare il bilancio in sostanziale pareggio (anche se i fornitori non hanno trovato la soddisfazione che chiedevano). Si era comunque preso le bacchettate da Roma, che aveva anche provveduto a nominare un commissario ad acta: il neo governatore Luca Zaia. «Un’onta», l’aveva definito il Veneto, abituato a stare sempre tra i virtuosi e in odore, cosa accaduta qualche mese dopo, di coordinamento nazionale. E adesso? La situazione non è delle più semplici: i bilanci arrancano e i fornitori (abituati ormai ad essere pagati anche ben oltre i due anni) chiedono conto dei debiti che le Asl nutrono nei loro confronti. Lo hanno già annunciato in passato, andando anche a battere cassa dall’appena arrivato governatore Zaia e facendo partire azioni di pignoramento: 8 aziende creditrici su 10 si sono già mosse. Il rapporto con il partner privato poi diventa sempre più complesso dal punto di vista finanziario: budget così ridotti che a maggio già molti laboratori analisi, ad esempio, non possono più effettuare prestazioni in convenzione.
Non sarà facile alzare la testa, sempre che non si mettano in atto manovre ben più pesanti, come la reintroduzione dell’addizionale Irpef tolta dalla precedente amministrazione regionale, che rispetto al ticket è più equa e non penalizza le classi meno abbienti. Ma c’è chi non esclude anche che qualche "testa" possa cadere. Del resto i direttori generali sono giudicati su una sorta di griglia, rifissata anche lo scorso anno con lo scopo di consentire il raggiungimento dell’equilibrio economico per il 2010. Tra le varie misure fin qui adottate per raggiungere tale obiettivo sono da segnalare per la loro efficacia: l’estensione del ricorso agli acquisti di beni sanitari in Area Vasta e a livello regionale; interventi per il miglioramento dell’appropriatezza delle prestazioni erogate; il costante monitoraggio della spesa farmaceutica e il rafforzamento del ricorso alla distribuzione diretta; la determinazione di volumi di attività e tetti di spesa per gli erogatori pubblici e privati per prestazioni di assistenza ospedaliera, con l’obiettivo del contenimento del tasso di ospedalizzazione; l’ottimizzazione dell’attività dei Dipartimenti strutturali per le attività dei centri trasfusionali; l’allargamento delle procedure di monitoraggio sulla prescrizione ed erogazione dei farmaci ad elevato costo; l’implementazione di un progetto complessivo di riorganizzazione delle cure primarie che possa migliorare l’appropriatezza prescrittiva.
Ma soprattutto, crescita di bilancio nulla. Quasi tutti, Aziende ospedaliere di Verona e Padova comprese, hanno lavorato per presentarsi con i debiti più leggeri possibile: ma pare proprio che la media di crescita sugli anni precedenti sia sensibile.
Fonte: gazzettino.it
martedì 24 settembre 2013
NAPOLI 4 OTTOBRE 2013: MEZZOGIORNO TRA CRISI E SVILUPPO
lunedì 23 settembre 2013
La crisi al Sud e la retorica degli sprechi - da MicroMega
di Guglielmo Forges Davanzati

SVIMEZ registra anche che, nel 2013, a fronte di una previsione di riduzione del PIL nazionale nell’ordine dell'1,9%, il Mezzogiorno farà registrare una caduta del prodotto interno lordo pari al 2,5% contro il -1,7% del Centro-Nord. Le previsioni più ottimistiche indicano che, a fronte, di un modesto aumento del tasso di crescita in Italia nel 2014 (+0,7%), esso dovrebbe risultare nullo per il complesso delle regioni meridionali.
E’ molto diffusa la convinzione stando alla quale l’arretratezza del Mezzogiorno dipende dalla sua scarsa dotazione di capitale sociale: elevata propensione alla corruzione, criminalità diffusa, scarsa attitudine al rispetto delle norme, elevata diffusione dell’evasione fiscale. Si tratta di tesi che non pienamente convincenti e comunque meno robuste di quanto si vuol far intendere. Per due ragioni:
1) Allo stato attuale delle conoscenze scientifiche, esistono al più tentativi di misurazione del “capitale sociale”. In assenza di una sua misurazione oggettiva, è sostanzialmente impossibile – se non per pura congettura – stabilire che il Mezzogiorno ha una bassa dotazione di capitale sociale ed ancor più difficile è stabilire una correlazione fra capitale sociale e crescita. Inoltre, se anche la tesi dominante fosse vera, risulterebbe molto arduo stabilire in quale direzione si muove il nesso di causalità: se, cioè, è il capitale sociale un prerequisito per la crescita o viceversa. Vi è di più. In quanto categoria per sua natura disomogenea, il capitale sociale non si presta neppure a una definizione univoca.
2) Su fonte Banca d’Italia, si calcola che a fronte del fatto che, al Nord, in media, l’evasione fiscale e contributiva ammonta a circa 2500 euro pro-capite, nel Mezzogiorno l’imposto si assesta, su base annua, a circa 900 euro a testa. In termini percentuali, il tasso di evasione è del 14,8 al Nord e del 7,9 per cento al Sud. L’obiezione secondo la quale al Sud si evade meno perché il reddito pro-capite è più basso può essere ribaltata stabilendo che ci si aspetterebbe semmai maggiore evasione proprio dove i redditi sono più bassi. Né vale l’ulteriore obiezione secondo la quale l’evasione fiscale è relativamente bassa nel Mezzogiorno perché è maggiore l’occupazione nel pubblico impiego. E’ un’obiezione smentita dagli ultimi dati prodotti dalla Ragioneria Generale dello Stato, secondo la quale la maggiore incidenza dell’occupazione pubblica, fra le regioni italiane, si ha in Lombardia e in tutte le regioni meridionali il numero di occupati nella pubblica amministrazione è inferiore a quella del Centro-Nord. Incidentalmente, viene anche rilevato che, nelle regioni meridionali, è maggiore l’occupazione precaria nel settore pubblico.
Il crescente impoverimento del Mezzogiorno può essere fondamentalmente imputato a due cause.
a) Vi è innanzitutto da considerare un meccanismo spontaneamente generato da un’economia di mercato deregolamentata, che ha a che vedere con quelli che vengono definiti effetti di causazione cumulativa. In altri termini, data una condizione iniziale di concentrazione dei capitali in determinate aree, i capitali collocati nelle aree periferiche trovano conveniente spostarsi in aree nelle quali – attraverso l’operare di economie di agglomerazione e di economie di scala (per le quali al crescere della quantità prodotta si riducono i costi di produzione) – possono ottenere maggiori profitti, perché è più alta la produttività del lavoro. Evidentemente, possono più facilmente migrare imprese di grandi dimensioni che, peraltro, trovano conveniente farlo in quanto competono innovando, e, per farlo, hanno bisogno di operare in ambienti nei quali sussistono le condizioni più favorevoli per generare flussi di innovazione: facile accesso al credito, esistenza di esternalità positive derivanti dall’attività di ricerca attuata da imprese già presenti in loco, presenza di Istituti di ricerca scientifica, ampia disponibilità di manodopera qualificata. Questa dinamica determina crescenti divergenze regionali: in alcune aree si producono beni ad alta intensità tecnologica, nelle aree periferiche (Mezzogiorno incluso) le imprese – di norma di piccole dimensioni e poco esposte alla concorrenza internazionale – competono mediante compressione dei costi, e dei salari in primo luogo. La crescente concentrazione geografica dei capitali si associa a crescenti flussi migratori, che interessano prevalentemente giovani con elevato livello di istruzione. In tal senso, la ripresa dei flussi migratori dal Mezzogiorno è da leggersi come un trasferimento netto di produttività verso le aree centrali dello sviluppo capitalistico.
b) Negli ultimi anni, il fenomeno è stato accentuato dalle politiche di austerità. La riduzione della spesa pubblica (soprattutto nel Mezzogiorno) e l’aumento dell’imposizione fiscale su famiglie e imprese hanno ristretto i mercati di sbocco, generando riduzione dei profitti e fallimenti. L’aumento del tasso di disoccupazione e la riduzione dei salari sono state le ovvie conseguenze di queste scelte.
L’inversione di rotta – come, peraltro, invocato da SVIMEZ – richiederebbe ingenti investimenti pubblici nelle aree meridionali, ovvero fare politica industriale (si osservi che la minore divergenza del PIL pro-capite fra Nord e Sud si è avuta negli anni nei quali era operativa la vituperata “Cassa del Mezzogiorno”). E’ difficile aspettarsi che i soli flussi turistici – peraltro localizzati in poche aree del Mezzogiorno e, per loro natura, estremamente volatili – possano, da soli, contribuire significativamente a ridurre il dualismo.
mercoledì 18 settembre 2013
RICOMINCIAMO DA SUD !!
domenica 25 agosto 2013
IL PARTITO DEL SUD ALLA LUCE DELLE DICHIARAZIONI DEL PENTITO SCHIAVONE REITERA LA RICHIESTA DI DIMISSIONI DEL MINISTRO LORENZIN E CHIEDE L'IMMEDIATA BONIFICA DEI TERRITORI AVVELENATI
COMUNICATO STAMPA
Alla luce delle dichiarazioni del pentito Carmine Schiavone rilasciate ieri a Sky TG 24 riportanti :"Le istituzioni ci hanno abbandonato", sostiene l'ex boss del clan dei Casalesi e collaboratore di giustizia. E poi: le terre del Sud sono state avvelenate, "il vero affare del clan è il traffico dei rifiuti dal Nord e dall'Europa. La mafia non sarà mai distrutta"- Schiavone, nel corso dell’intervista a SkyTG24, parla anche dei rifiuti tossici interratti dal lungo mare di Baia Domizia fino a Pozzuoli. E aggiunge: "La mafia non sarà mai distrutta perché ci sono troppo interessi, sia a livello economico sia a livello elettorale. L’organizzazione mafiosa non morirà mai"."il Partito del Sud preso atto delle sconvolgenti dichiarazioni del pentito Schiavone reitera la richiesta di dimissioni immediate del Ministro Lorenzin , da noi già richieste il 30 giugno scorso dopo le dichiarazioni del Ministro, esternazioni che alla luce delle rivelazioni di Schiavone pongono ancor più in luce l'incredibile e inammissibile superficialità che le ispirò; richiesta dimissioni così formulate all'epoca:"Il Partito del Sud chiede le immediate dimissioni del Ministro Lorenzin, in quanto con le sue dichiarazioni ha offeso gravemente ed indistintamente tutta la popolazione meridionale ed in particolar modo i malati, i morti, i moribondi per tumori, malattie e tutte le loro famiglie, vittime innocenti dell'inquinamento dei territori causati da sversamenti illegali e tossici, da anni inutilmente denunciati da associazioni, partiti e comitati. Inoltre con le sue vergognose parole ha contravvenuto al giuramento di ottemperare agli obblighi costituzionali dimostrandosi prevenuta e discriminando con le sue dichiarazioni una gran parte del popolo italiano."Il Partito del Sud inoltre richiede immediata verifica delle dichiarazioni di gravità inaudita dello Schiavone in quanto queste coinvolgono anche apparati dello Stato, affinchè si indaghi e faccia luce e posto rimedio al più presto su questa vicenda che sta danneggiando la salute di milioni di cittadini meridionali.Il Partito del Sud inoltre richiede l'inizio immediato della bonifica dei territori interessati, ogni ulteriore ritardo rappresenterebbe un vero e proprio crimine contro la popolazione di quei territori e significherebbe che lo Stato non ottempera ai suoi dovere nei confronti dei cittadini, facendosi complice di un'emergenza sanitaria dai contorni spaventosi, cosa che non reputiamo possibile. Richiediamo inoltre che la bonifica immediata andrà sottoposta ,in ogni sua fase, alla supervisione dei competenti organi dell'Unione Europea a garanzia dei cittadini già più volte offesi e traditi.Il Partito del Sud sottolinea che una prima parte dei fondi per le relative bonifiche da effettuarsi al più presto sono già disponibili ed assommano a più di 14 miliari di euro, cioè i fondi che sono stati assegnati, in violazione del dettato costituzionale, per l'acquisto, a nostro avviso sconsiderato, degli aerei F 35, per non parlare poi delle ingenti somme previste per l'acquisto improvvido di sommergibili e di fregate....fregate e fregature che vengono somministrate ogni giorno ai cittadini di questo povero Stato da vent'anni vergognosamente bloccato sui problemi di un singolo cittadino oggi pregiudicato, mentre tutti i restanti cittadini, meridionali in primis, soffrono e muoiono abbandonati nella disperazione.Il Partito del Sud ,che ha sostenuto in alleanza elettorale il Sindaco Luigi De Magistris , ricorda poi l'incredibile emergenza rifiuti ereditata dalla Giunta De Magistris a Napoli, situazione in larga parte risolta in una battaglia titanica e spesso solitaria contro tutto e contro tutti; mafie, apparati e massonerie deviate , come le dichiarazioni del pentito Schiavone lasciano intendere .Così come una battaglia titanica e spesso solitaria è stata ingaggiata contro la piovra massomafiosa da Comitati , Associazioni e singoli cittadini su quei territori, come il Sud Pontino, dove da tempo si manifesta contro l'emergenza sanitaria in corso, nella disinformazione, come visto prima, di quelle istituzioni che dovrebbero per prime vegliare sulla salute dei cittadiniIl Partito del Sud invita tutti a riflettere su come proseguire sulla strada di quella 'Rivoluzione Meridionale' profetizzata da Guido Dorso, ora più che mai ineludibile anche alla luce di questa vicenda. Rivoluzione pacifica, democratica e di legalità per arrivare finalmente a risolvere definitivamente e non in modo velleitario i problemi drammatici del Sud e dell'intero paese .
SEGRETERIA POLITICA NAZIONALE DEL PARTITO DEL SUD
info@partitodelsud.eu
sabato 17 agosto 2013
Stiamo già pensando alle prossime tappe che ci vedranno sicuramente in Campania, a Napoli, in Puglia, a Bari e forse ancora in Calabria. Ma le richieste sono tante e anche le associazioni, le aziende, i singoli e i gruppi che stanno chiedendo di aderire all’iniziativa aumentano ogni giorno di più.In effetti il vero valore aggiunto del Sud Project Camp è l’incontro, questa capacità di vedere tutti insieme questo nostro sud non più come un problema, ma come una risorsa.
Come una terra madre e non più matrigna, come un luogo di cui andare fieri e di cui avere cura.Il Sud, una comunità che ha voglia di rinascere ecco cosa viene fuori da questi primi incontri e dalle chiacchierate che ogni giorno ci facciamo con chi ci chiede del progetto.Una comunità, non un ghetto, una terra accogliente e non razzista, un luogo dove la crisi non impedisce di aggiungere sempre e comunque un posto a tavola.Attenzione, non un Eden, conosciamo i nostri limiti, ma proprio perché li conosciamo sappiamo di poter ripartire.