“Lo stato italiano è stato una dittatura feroce che ha messo a ferro e fuoco l’Italia meridionale e le isole, squartando, fucilando, seppellendo vivi i contadini poveri che scrittori salariati tentarono d’infamare col marchio di briganti –ANTONIO GRAMSCI -”

giovedì 16 dicembre 2010

Il governo, la fiducia ed il Sud diviso

La Camera dei deputati
Il voto di fiducia al governo dello scorso 14 dicembre ha evidenziato, ancora una volta, le divisioni tra i vari movimenti e partiti che si dicono meridionalisti. Noi Sud ha appoggiato il premier, mentre l’Mpa di Raffaele Lombardo ha votato contro;  favorevoli al governo anche gli uomini di Forza del Sud, che fanno capo al sottosegretario Micciché, mentre Adriana Polibortone, leader di Io Sud, ha preferito astenersi. Insomma, anche questa volta il Mezzogiorno si è presentato ad un appuntamento importante per il Paese nella solita versione minestrone: mille anime, tanti controsensi, nessuna veduta comune.
Non è importante cosa ha votato questo o quel partito, è invece bene ribadire la mancanza di un partito unitario che abbia davvero a cuore le sorti del Meridione.  Nei giorni scorsi Gianfranco Micciché, parlando del suo nuovo partito, ha apprezzato il “sistema” Lega Nord. Magari è vero: alla Lega va dato il merito di aver saputo creare un partito che, nel bene e nel male, è vicino alla gente e rappresenta le istanze di una certa Italia. Il carroccio, però, anche se alleato del premier, ha sempre rivendicato la propria indipendenza. Il partito di Bossi, insomma, non è una costola del Pdl.
Il giorno prima della fiducia la senatrice Poli Bortone, nel suo intervento a Palazzo Madama, ha evidenziato – dati alla mano – le difficoltà del Sud: ” lasciamo perdere, Presidente, il fantomatico Piano per il Sud e gli altrettanto fantomatici 100 miliardi – afferma la Poli Bortone – non solo noi, ma anche lo SVIMEZ nei mesi scorsi ha ricordato che nel Sud una famiglia su cinque non ha i soldi per pagare il medico; il PIL è in calo del 5 per cento; gli investimenti industriali sono in calo del 9,6 per cento; negli ultimi due anni si sono persi più di 100.000 posti di lavoro; negli ultimi dieci anni oltre 2 milioni di persone hanno abbandonato il Mezzogiorno; la spesa in conto capitale per il Sud nel 2001 era del 41 per cento, mentre oggi è solo del 34 per cento”.
La fotografia della condizione del Mezzogiorno impone una riflessione sulla necessità di un soggetto politico autonomo, indipendente, che lavori per il Sud a prescindere da chi è al governo. C’è bisogno di un movimento che – di volta in volta – abbia la lucidità di dire sì o no, approvare o meno, le misure che riguardano il Mezzogiorno. Tutto il resto, per la verità, sa di vecchio o rischia di essere relegato ad una imitazione (non si sa quanto ben riuscita) della Lega.
Alla fine Berlusconi ce l’ha fatta anche grazie ai voti di alcuni partiti che si dicono meridionalisti (ma alle volte il sospetto è che il Sud sia solo nel simbolo). Ma che senso ha un movimento che in Parlamento ha solo qualche rappresentante? Quale può essere il peso di un partitino con poche anime onorevoli? Se tutti i parlamentari che dicono di essere meridionalisti avessero creato un unico gruppo, avrebbero avuto maggiore forza e, chissà, trattare con il premier per provvedimenti seri e concreti per il Sud, altrimenti niente voto di fiducia.

1 commento:

  1. Questo dei parlamentari del Sud che si uniscono in un unico gruppo ,volto a garantire le esigenze degli elettori che li hanno votati è il classico sogno ad occhi aperti ,un incredible regalo di Natale per 365 l'anno .Riuscirà mai qualche senatore o deputato sudista a risvegliarsi da questo oblio mortale della sua terra ?
    Costanza castellaNO

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