“Lo stato italiano è stato una dittatura feroce che ha messo a ferro e fuoco l’Italia meridionale e le isole, squartando, fucilando, seppellendo vivi i contadini poveri che scrittori salariati tentarono d’infamare col marchio di briganti –ANTONIO GRAMSCI -”

martedì 7 gennaio 2014

Mestre, cambia il nome di piazzale Cialdini Il militare e politico del Risorgimento ordinò eccidi nel Sud, non merita lo spazio del futuro interscambio del tram

di Mitia Chiarin

MESTRE. Sparirà il nome del generale Enrico Cialdini dal piazzale che per anni è stato un anonimo crocevia tra via Colombo, viale San Marco e via San Pio X e che oggi è noto non solo per la sua incasinata segnaletica, ma per la sua futura destinazione, tra marzo e settembre di quest’anno, di interscambio delle linee del tram per Marghera e Venezia e capolinea dei bus extraurbani.

Ed è proprio la prossima rivoluzione legata al tram ad aver dato l’occasione al consiglio comunale veneziano per decidere di cambiare nome al piazzale, togliendo dalla toponomastica mestrina ogni riferimento al generale Cialdini. L’intitolazione del piazzale a questo personaggio del Risorgimento ( nato nel 1811 e morto nel 1892 a Livorno) risale al 1966 quando sindaco era il democristiano Giovanni Favaretto Fisca. La delibera conteneva 18 intitolazioni di strade per la Mestre che allora cresceva in fretta, senza motivazioni.

Ora il nome di Cialdini sparirà, come chiede la mozione approvata dal consiglio lo scorso 17 dicembre (25 voti favorevoli, un solo non votante, per la cronaca il leghista Giovanni Giusto) su proposta di Sebastiano Bonzio (Federazione della sinistra)che ha chiesto di togliere dallo stradario mestrino ogni riferimento al generale che non sarebbe solo un militare e uomo politico, come riportano i libri di storia, ma fu personaggio controverso, protagonista della durissima repressione tra Benevento e Gaeta, nel 1861, della campagna contro il brigantaggio. Azioni militari per conto del regno di Torino fatte di eccidi, come quello di Casalduni e Pontelandolfo, case incendiata e centinaia di persone uccise. Oggi in internet ci sono video di gruppi meridionalisti che parlano di Cialdini come di un “massacratore”.

«Enrico Cialdini è indicato anche dai più benevoli come un criminale di guerra, eppure a lui sono state intitolate numerose strade in molte città in Italia, tra cui Mestre», spiega Bonzio, «io sono contro la mistificazione storica e la retorica risorgimentale, e volevo ripristinare una condizione di verità sul reale ruolo esercitato da talune personalità a cui sono intitolati spazi pubblici». La maggioranza di centrosinistra lo ha appoggiato. «Abbiamo votato a tarda ora ed è bastato un veloce controllo su internet per comprendere le ragioni di Bonzio. Io di Cialdini sapevo ben poco», ammette Claudio Borghello, capogruppo del Partito Democratico.

La mozione, approvata prima di Natale, spalanca una porta già aperta. «Ne avevamo parlato in giunta alcuni mesi fa su segnalazione dell’assessore Tiziana Agostini», racconta il vicesindaco Sandro Simionato, «Lei ha sollevato il problema invitando a ragionare su altri nomi da dare al piazzale che sta per ospitare l’interscambio del tram». Un esempio? Simionato dice: «Si è fatto il nome di Eugenio Miozzi, ingegnere e capo della Direzione Lavori e Servizi Pubblici del Comune di Venezia dal 1931 e a capo, nel ventennio successivo, di numerosi interventi che hanno cambiato il volto della città. Un nome che si lega al tema della mobilità. Molto presto interverremo». In Comune, la Agostini, (che in questi giorni è all’estero) avrebbe già invitato i suoi uffici a lavorare per il cambio di nome del piazzale. L’intenzione è quella di fare veloci, per legare il cambio di indicazione su cartelli e indirizzi dei residenti della zona con l’entrata in funzione del nuovo interscambio del tram. Per il piazzale dietro Coin il destino del cambio di nome è segnato, come lo è stato per piazzale Donatori di Sangue, piazza Barche e piazzale Michelangelo, oggi Candiani.

Lo storico mestrino Sergio Barizza commenta: «Anche Bixio fu autore di un massacro a Bronte, e il suo nome c’è su una rotatoria. Il primo problema è che la storia la scrivono i vincitori, il secondo è l’ignoranza dilagante che fa dimenticare la nostra storia».

Fonte: la Nuova di Venezia

Nessun commento:

Posta un commento