“Lo stato italiano è stato una dittatura feroce che ha messo a ferro e fuoco l’Italia meridionale e le isole, squartando, fucilando, seppellendo vivi i contadini poveri che scrittori salariati tentarono d’infamare col marchio di briganti –ANTONIO GRAMSCI -”

martedì 17 marzo 2015

NON CI PUO' ESSERE UNITA' SE NON C'E' UGUAGLIANZA - IL 17 MARZO C'E' POCO DA FESTEGGIARE




Non ci può essere unità se non c’è uguaglianza.
 Il 17 Marzo c’è poco da festeggiare

Ci accingiamo a rievocare il 17 marzo l’Unità d’Italia e ancora una volta, purtroppo, il rischio (molto concreto) è che la retorica prenda il sopravvento sulla sostanza.

L’Unità d’Italia acquista valore se gli italiani sono messi in condizioni di unità davanti alle sfide del futuro e del presente.

Non ci può essere unità se non c’è uguaglianza. E’ per questo motivo che il Partito del Sud invita istituzioni e cittadini a riflettere su quanto della sbandierata unità oggi è stato attuato a 155 anni dalla proclamazione (in francese) del Regno d’Italia.

Quello che oggi sappiamo è:
●       Che la storia che viene raccontata e fatta studiare nelle scuole non è ciò che è veramente accaduto 155 anni fa.
●       Che il Sud non era così arretrato così come lo si è voluto dipingere
●       Che l’emigrazione dalle nostre terre  è iniziata dopo 1861
●       Che la chiusura delle fabbriche, fiore all’occhiello del sud, si sono avute dopo l’Unità d’Italia
●       Che il Brigantaggio non è stato un evento di delinquenza comune, ma è stato anche, e soprattutto, rivolta ai soprusi degli occupanti e dei signori subito passati con i vincitori.
●       Che al Sud, ancora oggi, non ci sono ferrovie degne di questo nome
●       Che al Sud, non ci sono investimenti infrastrutturali degni di questo nome
●       Che al Sud, gli interessi bancari sono più elevati che al nord
●       Che al Sud, le assicurazioni costano di più e che non è vero che al sud ci sono più truffe che in altre parti d’Italia (dati ISVAP)
●       Che le assicurazioni auto sono obbligatorie e che quindi i cittadini del Sud onesti non possono essere discriminati rispetto a quelli del nord. (articolo 3 della Costituzione)
●       Che l’agricoltura e l’agroalimentare sono l’ossatura portante della nostra economia e che invece vengono considerati come un elemento secondario del PIL.
●       Che ciò che nei decenni è stato spacciato come intervento straordinario al sud da parte dello stato, si è rivelato in realtà un intervento sostituivo di quanto l’Italia doveva al Sud.
●       Che non è vero che il Sud vive alle spalle del Nord.
●       Che non è vero che il sistema universitario del Sud sia peggiore di quello del nord pur in presenza di investimenti minori, di forte discriminazione e di un’infima propaganda.  
●       Che quasi la totalità degli interventi per favorire le imprese al Sud sono finiti alle imprese del nord che sono venute, hanno intercettato i finanziamenti e poi sono scappate via.
●       Che il Sud è visto solo come un grande immenso mercato.
●       Che il Sud non deve intraprendere.
●       Che al Sud è concesso, per disperazione, di subire solo  il ricatto o lavoro o salute
●       Che il Sud è visto, grazie a una connivenza vomitevole tra malavita, politica e imprese senza scrupoli (quasi sempre del nord), come una grande discarica.
●       Che sulle scuole del Sud si investe molto meno (quasi nulla) rispetto alle scuole del nord
●       Che le risorse del sud, petrolio, energie alternative, risorse varie del suolo e del sottosuolo, sono prelevate al sud per arricchire aziende del nord o del resto d’Europa per lasciare al sud solo l’inquinamento
●       Che il Sud non merita una classe politica pronta a cedere tutto per un piatto di lenticchie
●       Che tutti gli italiani hanno il diritto, con le preferenze, di votare gli uomini e le donne che li rappresentano.


Allora, se è vero tutto questo, chiediamo quanto meno di festeggiare la verità.

L’Unità si costruisce con i fatti e l’attenzione alle persone, ai cittadini, 
non con la retorica.


Nessun commento:

Posta un commento