“Lo stato italiano è stato una dittatura feroce che ha messo a ferro e fuoco l’Italia meridionale e le isole, squartando, fucilando, seppellendo vivi i contadini poveri che scrittori salariati tentarono d’infamare col marchio di briganti –ANTONIO GRAMSCI -”

domenica 24 gennaio 2016

Sud: Dividerlo per governarlo, quindi uniti si vince.




Il Governatore della Puglia, Michele Emiliano, non più tardi di qualche giorno fa, nella conferenza di fine anno, ha ribadito il concetto che è fondamentale per le regioni del Sud coordinarsi per interloquire con il Governo questione per questione per portare a casa risultati concreti e strategici per l’intero sud.
Questa teoria, sostenuta anche dal Partito del Sud, ha avuto, tra l’altro sua riprova tangibile nella questione trivelle in Adriatico. Infatti dopo che le regioni adriatiche e la maggior parte delle Regioni del Sud hanno sostenuto e ottenuto il referendum contro la legge che consentiva le trivellazioni nell’Adriatico e comunque molto vicino alle coste, il Governo, per evitare lo scontro e quasi certamente una pesante sconfitta, ha pensato bene di ritirare il provvedimento, ottenendo così l’annullamento, per il momento, dell’appuntamento referendario.
Questo dimostra che le regioni, unite vincono le loro battaglie.
Questo il premier e il Governo, lo sanno bene e quindi hanno provato e continueranno a provare a dividere il fronte regionale invitando a trattativa one to one sia Regioni che Città Metropolitane.
Qualche regione, a cominciare dalla Campania di De Luca, a questo gioco partecipa volentieri perché il Governatore non alcun interesse a rompere definitivamente il legame con Renzi e perché immagina per la “sua” Campania un percorso diverso.
Il Sindaco di Napoli, poi, sarebbe il casus belli che consente a Renzi di non andare a Napoli perché il sindaco di Napoli, a detta dell’inquilino di Palazzo Chigi non avrebbe “abbastanza Stile” per poterlo incontrare. Anche qui sarebbe il caso di non fare una battaglia solitaria per Napoli, ma sarebbe opportuno promuovere un fronte il più possibile unito delle città del sud e marcatamente delle città metropolitane. In questo caso però l’ostacolo al prosieguo di ipotesi di questo genere viene, ad esempio, dal Sindaco di Bari che, contento della situazione della sua città, preferisce non inimicarsi i palazzi romani.
L’ipotesi poi ventilata da De Magistris, sicuramente interessante, di autonomia della città di Napoli, andrebbe pensata e proposta non tanto e non solo come capacità impositiva e di spesa della città stessa e quindi in ottica quasi isolazionista, ma come un punto di partenza verso un ruolo che la città di Napoli dovrebbe andare a ritagliarsi all’interno di un coordinamento tra regioni e città metropolitane in ottica macroregionale. Solo così Napoli potrebbe tornare a recitare quel ruolo che gli è naturale di città di riferimento del Sud Italia e tra le città di rilievo dell’intero Paese.
Ma Renzi a Napoli non viene per colpa di De Magistris e Bari non va per colpa della Pennetta e della Vinci, questa è l’Italia istituzionale vista dal Premier, quella che prevede la presenza sempre e comunque nei salotti buoni, mai nei luoghi del degrado e del disagio sociale ovunque essi si trovino. Il Sud è caso a parte, semplicemente non esiste.
E ci si prepara anche a un referendum costituzionale, “vitale” secondo il premier, e vitale anche per il sud (secondo noi) nel senso che, con le riforme che si vogliono mettere in campo: con un Governo sempre più forte, un Parlamento ridotto a una sola camera operativa, l’altra solo virtuale e inutile, e con un depotenziamento delle regioni è chiaro che, se ci riflettiamo, un po’ potrebbe essere il caso di cominciare a prepararsi per votare “no”, ma non, come lo vuole far passare Renzi, come referendum su “Renzi si o Renzi no”, ma come un quesito sull’Italia e la sua forma istituzionale parlamentare e regionale.
Quella Costituzione, fatta di pesi e contrappesi, che dopo il referendum, se dovessero prevalere i “si” vedrebbe prevalere solo i pesi a fovore dei governi di qualunque colore essi siano. Pensiamo quindi a non farci dividere in tifoserie, lavoriamo uniti e spingiamo i nostri amministratori locali ad essere uniti negli obiettivi da raggiungere siano essi regionali, siano essi strategici per tutto il sud. Lavoriamo uniti anche perché si vada verso una nazione federale ed efficace e non verso un regionalismo di facciata e un Governo “padrone” incontrastato per 5 anni del potere.
Ricordiamoci, uniti si vince, divisi si fa vincere.



UN ANNO INSIEME

UN ANNO DI PARTITO DEL SUD.



Come ogni fine anno diventa obbligatoria un'analisi di quanto fatto nell'anno appena trascorso.
Volgendo anche questa volta lo sguardo al lavoro fatto nel 2015 viene naturale dire che quello appena trascorso è stato un'altro anno di forte crescita per il nostro Partito.
Scorrendo infatti gli avvenimenti dell'ultimo anno si può tranquillamente affermare che anche nel 2015 il Partito del Sud è cresciuto in consapevolezza, adesioni, concretezza, organizzazione e i suoi membri hanno svolto attività continua e proficua sui territori.

Svolgendo all'indietro il film di questi ultimi mesi, aiutati dal sito del nostro Partito, che conserva traccia del tanto fin qui realizzato, elenchiamo una serie di eventi fra i più significativi, da noi organizzati o ai quali abbiamo preso parte, per meglio rendere il senso del tanto lavoro compiuto:


CONVEGNI E DIBATTITI: 


-Napoli:Convegno antimafia Associazione Caponnetto
-Napoli: Convegno al Pan Sinistra e lavoro
-Napoli: Presentazione al Maschio Angioino di " Con il Sud Si Riparte"
-Bari: Conferenza stampa con Michele Emiliano sostegno elezioni regionali Puglia
-Foggia: Partecipazione Sagra del Programma
-San Giorgio a Cremano: Presentazione "Con il Sud si Riparte"
-Foggia: Presentazione "Con il Sud si Riparte"
-Napoli: Presentazione Associazione demA
-Napoli: Presentazione "Assalto al PM"
-Villa Literno: Presentazione "Con il Sud si Riparte"
-Palermo: Presentazione "Con il Sud Si Riparte"
-Cava dei Tirreni: Presentazione "Con il Sud si Riparte"
-Marino: Legalità e Ambiente
-Bologna: Presentazione "Con il Sud Si Riparte"
-Casal di Principe: Inaugurazione Mostra "Uffizi a Casal di Principe"
-Bari: Assemblea post elettorale di coalizione
-Portici: Presentazione "Con il Sud si Riparte"
-Napoli: Dibattito sulla situazione greca
-Portici: Riapertura Bosco Reale
-Roma: Convegno "Per un Mezzogiorno protagonista tra Europa e Mediterraneo"
-Bologna: Podemos incontro nazionale
-Napoli: Convegno "La responsabilità della cosa pubblica"
-Napoli: "Un viaggio da Bologna a Casal di Principe"
-Torremaggiore: "Sacco & Vanzetti Day"
-Napoli: V° Congresso Nazionale del Partito del Sud
-Napoli: Convegno "Futuro a sinistra"
-Napoli: Conferenza "Porto di Napoli denuclearizzato"
-Napoli: Conferenza "Legge di stabilità e Meridione"
-Vignola: Processo a Cialdini
-Radio24: Caso "Giletti -Napoli" a "La Zanzara"
-Napoli: Convegno "Da Napoli la sfida della sinistra per l'Italia"
-Napoli: "Why Not..."
-Napoli: Convegno "La Sinistra che cambia il Mezzogiorno"

MANIFESTAZIONI:
-Roma : #MaiConSalvini
-Napoli: Riassunzione dipendenti Edenlandia
-Bologna: #MaiConSalvini


ELEZIONI 
-Regionali Campania: Sinistra al lavoro per la Campania
-Regionali Puglia: Emiliano Sindaco di Puglia 




Ovviamente non abbiamo citato tutti i Convegni e Manifestazioni a cui, invitati, abbiamo partecipato, soprattutto le tante iniziative svolte durante la campagna elettorale per le elezioni Regionali , avremo sicuramente saltato più di un convegno/iniziativa e ne chiediamo venia, consideriamo poi gli innumerevoli incontri sui territori, le riunioni di Sezione, di Coordinamento commissioni, di Direttivo Nazionale, la Costituzione di nuove importanti Sezioni, a cui diamo il benvenuto, e tanto altro, in un lavoro giornaliero immane che ha portato a far si che le iniziative proposte e realizzate, in modo totalmente autofinanziato dalle Sezioni, sui territori, dai Coordinatori e dai militanti siano state molteplici e di alto spessore;a tutti incondizionatamente va il nostro ringraziamento, il plauso personale e quello di tutto il Partito. 




Guardando avanti crediamo che importanti sfide siano presto all'orizzonte, il nostro Partito intende proseguire nella strada tracciata della ricerca di sinergie con quei soggetti che per visione e strategia politica possono essere più vicini ai nostri ideali meridionalisti progressisti gramsciani e con cui confermiamo la nostra convinta disponibilità a collaborare sinergicamente , così come stiamo già facendo, al fine di creare un fronte popolare progressista coeso, serio e credibile.  Sinergie possibili ed auspicabili come ad esempio con Podemos, il cui rappresentante non a caso ha partecipato al nostro V° Congresso, anche al fine di internazionalizzare le comuni lotte, così come con Movimenti e Partiti anch'essi invitati e presenti al nostro ultimo Congresso e non solo. Con questo fine si deve intendere anche il sostegno elettorale dato all'amico Michele Emiliano, appena eletto Presidente della Regione Puglia, con cui abbiamo collaborato apportando, oltre al sostegno elettorale, anche idee di programma che, non solo state prontamente recepite, ma che si riferiscono a tematiche, quali la Macroregione, il No Triv, i trasporti, che a nosro avviso stanno caratterizzando in positivo l'azione di governo della Regione Puglia. Così si deve anche intendere il sostegno, già dal 2011, all'azione del Sindaco di Napoli Luigi de Magistris, a cui non faremo mancare anche nel 2016 il sostegno elettorale alle prossime elezioni comunali di Napoli. Cercheremo di apportare anche in questo caso spunti per il Programma del Governo di Napoli nei prossimi cinque anni, come ad esempio per l'Autonomia fiscale di Napoli con la delega sul tema già affidata dal Comune al nostro Vice Presidente Nazionale  Andrea Balia.


Lo stesso dicasi per la stampa e diffusione del libro "Con il Sud Si Riparte", che detta le linee guida nella nostra azione per il rilancio del Sud e a cui hanno collaborato il Sindaco di Napoli Luigi de Magistris e il Governatore della Puglia Michele Emiliano scrivendone la prefazione e l'introduzione.




Ovviamente il tutto declinato insieme alla difesa della legalità, alla lotta senza quartiere a tutte le mafie, alla difesa dell'ambiente, allo sviluppo ed all'opposizione netta allo smantellamento del welfare e della Costituzione Repubblicana, condotto dall'attuale e dai precedenti Governi.

Affermiamo altresì che bisogna continuare il radicamento sui territori in un percorso di crescita che si concretizzi nel numeri degli iscritti, delle sedi, degli attivisti, dei simpatizzanti.
Giova ricordare la grande crescita avuto in quest'ultimo anno dal nostro Partito sui social network, dove la
 nostra Community ha raggiunto dimensioni numeriche di tutto rispetto che ci pongono di gran lunga al primo posto fra quelle dei movimenti politici dell'area meridionalista. Tutto questo grazie al lavoro alacre, giornaliero e volontario del nostro Staff Comunicazione.

I tempi sono maturi. Intorno al Partito del Sud c’è fervore ed attenzione, ma le rivoluzioni pacifiche si fanno con i numeri. Notiamo con piacere che il nostro percorso e la nostra azione  prosegue coerentemente con quanto da sempre enunciato, mentre altri movimenti sudisti giungono solo ora su alcune nostre posizioni, dopo averci criticato proprio per queste posizioni per anni, evidenziando ancora di più la giustezza del nostro percorso e certificando così l'infondatezza delle critiche ricevute da alcuni durante questo nostro percorso. Dobbiamo crescere ancora e ancora, dobbiamo essere in tanti, sempre di più, anche per poter perseguire gli obiettivi politici e di partecipazione per il 2016 in un crescendo senza interruzioni sulla strada dello sviluppo e radicamento del Partito sui territori sempre maggiore! Soprattutto in quest'anno che ci vedrà partecipare con la nostra lista alle elezioni Comunali di Napoli così come nel 2011.

Ma soprattutto dobbiamo coinvolgere in questo progetto di Partito, che si basa su una visione di democrazia partecipata dal basso, tutti i nostri conoscenti, amici, contatti, associazioni.. e non stancarci o vergognarci di chiedere. Dovremo sentirci tutti come in perenne campagna elettorale, raccontare la nostra mission, i progetti e chiedere di aderire. In altre parole ci attende, come già l'anno scorso,  un 2016 ancora di duro lavoro se vogliamo sempre più e meglio definire la nostra missione politica che partendo da una visione inclusiva e non da inutili velleitarismi, o peggio ancora da leghismi al contrario, possa portare la nostra visione politica e con essa le reali necessità di sviluppo e crescita di tutto il Sud, in quell'ottica di riscatto non revanscista che sola può aiutarci, anche in collegamento con le forze sane e non oscurantiste dell'intero paese, a farci uscire da questa notte che ormai dura da 155 anni e a far superare all'intera penisola quei pregiudizi che ne hanno avvelenato l'anima e che solo se superati porteranno ad una nuova alba che tutti auspichiamo per il bene comune.

Infine un ringraziamento personale a tutti gli amici che hanno voluto riconfermarmi alla presidenza nazionale del Partito all'ultimo congresso Nazionale dello scorso ottobre a Napoli. Congresso che ha sancito un importante cambiamento,un nuovo simbolo a rappresentarci, un simbolo più attuale graficamente e più rappresentativo del percorso politico compiuto in questi anni dal Partito.




Grazie care Amiche e Amici del Partito del Sud, per il Vs. grande impegno in quest'anno appena trascorso e che sono certo non mancherà anche nel 2016 verso questo nostro Partito che si sta preparando a diventare sempre più grande! 
#ConilSudsiriparte !
Buon 2016 a tutti !




Natale Cuccurese 
Presidente Nazionale del Partito del Sud
 

giovedì 23 luglio 2015

“Je suis teron”, aperitivo solidale con Foresta Happening all’Arcella dopo la polemica tra il sindaco Bitonci e il consigliere comunale calabrese.

PADOVA. “Je suis teron”. Questo il motto scelto e scandito da meridionali e padovani, che per solidarizzare con il consigliere calabrese Antonio Foresta, originario di Grimaldi (Cosenza), chiamato “terrone”dal sindaco Massimo Bitonci in consiglio comunale, si sono dati appuntamento all’Arcella per un “aperiterrone”. Hanno indossato le t-shirt con la scritta “Je suis teron” (i fondi raccolti per la stampa andranno al Cuamm) e hanno urlato il loro sdegno per la vicenda che ha visto coinvolti Foresta e Bitonci.

"Je suis teron", la manifestazione all'ArcellaLa manifestazione di solidarietà al consigliere comunale Antonio Foresta. Ecco il commento del diretto interessato (video Luca Preziusi)


Soprattutto calabresi e pugliesi i presenti al fianco di Foresta, ma anche diversi padovani (tra cui l’ex leghista, ora passato con Tosi, Pierfilippo Pavanini) che hanno preso le parti del calabrese, e hanno approfittato per prendersela con il sindaco: «I leghisti possono nascondersi quanto voglio, ma quando vai a grattare sappiamo bene di che pasta sono fatti» hanno dichiarato."Je suis teron": le magliette e il par

Bitonci aveva invitato Foresta ad andar «via, terrone» dopo che quest’ultimo gli aveva dato del «disgraziato» durante l’ultima seduta del consiglio comunale. «Il sindaco non mi ha ancora chiesto scusa» ha dichiarato ancora Foresta «ma io sono un tipo paziente e saprò aspettare. Però non mi venga a parlare proprio lui di careghe».

"Je suis teron", le testimonianzaLe testimonianze di solidarietà a Antonio Foresta raccolte da Luca Preziusi

La manifestazione spontanea, nata tra amici ed elettori di Antonio Foresta, ha visto la partecipazione anche di Luigi Tarzia (ex lista Ivo Rossi) e Sebastiano Arcoraci (ex lista Saia).

Fonte: il mattino di Padova 


lunedì 11 maggio 2015

La lontananza è come il Veneto

di Isidoro Malvarosa - Se immaginassimo gli emigrati calabresi disposti dentro un'aula parlamentare, potremmo tranquillamente sistemarli in un grande blocco centrale sormontato da due ali estreme. Da una parte gli oltranzisti/traditori che hanno rinnegato la Calabria, dall'altra i mammoni/sospesi che non riescono a recidere il cordone ombelicale con la madre patria.

I primi hanno tagliato quasi del tutto i legami, rientrano sempre meno (non torneranno più), sono integrati nella città che li ha accolti, provano a cambiare accento (o quantomeno a dissimulare il proprio); della Calabria, se proprio ne devono parlare, ne parlano male.

Gli altri rientrano un fine settimana sì e l'altro pure, telefonano tre volte al giorno a casa, frequentano solo altri calabresi, mangiano soltanto cibi importati dalla Calabria, hanno la Calabria sempre in testa e nel cuore, farebbero carte false per ottenere un trasferimento giù.

In mezzo, il grande blocco: quelli che un giorno maledicono la Calabria e l'altro la rimpiangono, orgogliosi delle proprie origini e dilaniati dai sensi di colpa, consci delle meraviglie del mondo, felici e allo stesso tempo pentiti di essere partiti, di non aver sì fatto la fine della rana nel pozzo, eppure consapevoli di non poter più tornare indietro, di non poter essere più quelli di prima.

Questi emigrati, la stragrande maggioranza, a sentir dire che "la Calabria non è il Veneto", non hanno nessuna reazione di sdegno. Probabilmente non vivrebbero nel Lazio, in Lombardia, in Piemonte, se fosse vero l'inverso. Eppure il calabrese residente s'indigna. Nordista! Leghista! sono le accuse più docili a chi si è permesso di proferire la frase. Traditore! Fuoco amico! a chi ha avuto l'onestà intellettuale di benedirla. Nientemeno che il presidente Oliverio, il massimo rappresentante politico dei calabresi.

La reazione, come sempre in questi casi – e mai quando si tratta di arresti per truffe ai danni della comunità o per associazione mafiosa – non si fa attendere: ci si riscopre pieni di amor proprio, in Calabria improvvisamente funziona tutto.

E se non funziona è soltanto colpa di chi quelle frasi le pronuncia e mai del calabrese. Del compare cui telefoniamo per farci saltare la fila all'INPS, del barelliere che accetta di fare il volontario 14 ore al giorno all'ospedale "perché poi lo sistemano", di chi si ostina a non fare la differenziata e continua a gettare la spazzatura per strada, del calabrese che ha fondato la 'ndrangheta, del turista da fottere una volta e non far più ritornare, dell'impiegato che timbra e va a fare la spesa, del Messina che ha regalato la partita al Savoia.

È, come sempre, colpa dell'altro. Di chi riporta la realtà, del nord brutto e cattivo, dei Savoia, della Fiat, del mostro a tre teste. Senza porsi il dubbio che, forse, la povertà ce la siamo un po' cercata, costruita da noi, subita e accettata.

Se la Calabria non è il Veneto è certamente colpa di decisioni politiche nazionali miopi, quando non premeditate. Ma si è trattato di scelte avallate da una classe dirigente meridionale in larga parte incompetente, se non collusa, espressione di un elettorato ignorante, imprevidente e corrotto. Calabresi che hanno mercanteggiato diritti collettivi con rendite parassitarie, lotte sindacali con pensioni d'invalidità, fondi europei per lo sviluppo con gettoni di presenza ai corsi di formazione, infrastrutture con posti al catasto. Facendosi ammansire dalle promesse elettorali di turno, dal contentino, dalla promessa dell'assunzione nei vigili, dal 'po vidimu'.

E mentre nessuno impuntava i piedi e scendeva in piazza quando lo Stato si piegava a loschi politicanti locali e appaltatori, mentre la 'ndrangheta presidiava i porti e i mafiosetti del rione occupavano lentamente i luoghi del commercio e del potere; le anime belle diventano ipersensibili davanti alla realtà dei fatti. Una realtà drammatica nella quale i calabresi sono stati parte attiva.

Vittime e carnefici.

Accalorati patrioti, ma mai coerenti.

Pronti a vendersi per un piatto di spaghetti. Quell'ennesima concessione piovuta dall'alto, l'assistenzialismo cui proprio non sappiamo rinunciare. La visione d'insieme, la forza di rifiutare – gli avanzi, i favori, il rispetto da portare – che davvero ci manca.

E se fuori possiamo fare scudo, batterci la mano sul petto e dire 'La Calabria non si tocca', 'Sono calabrese e me ne vanto'; guardandoci negli occhi non ci resta che ammetterlo: Già, la Calabria non è il Veneto, purtroppo.

Fonte: il Dispaccio


giovedì 7 maggio 2015

LETTERA AL PRESIDENTE RENZI: LA CALABRIA NON È COME IL VENETO!

Carissimo Signor Presidente, sono io, Giusy la calabrese.

Volevo in breve, ma tanto in breve, in breve assai, in brevissimo appunto, dirle io il perché la Calabria non potrà mai essere come il Veneto (e il Veneto mai potrà diventare come la Calabria).
Vede: “una mamma (Calabria) fa per cento figli, cento figli (politica italiana) non fanno per una mamma (Calabria)”.

Alla Calabria avete spolpato l’osso ed il mastrosso. Le sono state inflitte piaghe mai risanate. L’avete devastata con la mala politica, i soprusi, le ingiurie. ve la siete giocata ai salotti dei mangia franchi, e per chissà quale piglio, le avete sempre addebitato il carico pieno, ciclico e continuo dell’emigrazione. Le avete tolto i padri, afflitto le madri. Le avete rotto la noce del collo a tradimento, con le colpe, i pregiudizi, i preconcetti. Le avete aumentato le distanze. Abortito i ventri gravidi. L’avete incarognita, l’avete!

Quaggiù, venite, tirate le pietre, e poi partendo, nella strada del ritorno, nascondete la mano. Quaggiù, caro il mio Presidente, non ci sono marionette, e neppure i burattini di Collodi. Non ci sono voti e schede elettorali. Qui, ci sono uomini. Numeri infiniti di uomini capaci, ingegnosi, dotti. Quaggiù ci sono menti, che nel più bello, (e voi sapete come), vi fottete. E a chi resta promettete terre marge e mari di morti.

Guardo il mio Tirreno, penso allo Ionio, e non più pesci guizzare vedo, ma corpi. Corpi fragili, senza speranza. Mattanze di carni lamentose, e noi qui, a lavorare mettendo croci, per comporre i cimiteri dell’acqua.
La ‘ndrangheta? Beh!, la ‘ndrangheta non è la causa, ma l’effetto più devastante di un’Altitalia che si sciacqua i cenci con l’acqua degli Dei, e poi li maledice.
Venga signor Presidente. Venga quaggiù con tanti viaggi: in automobile, in treno, e pure in pullman. Badi bene, che quando sarà a percorrere la Salerno-Reggio, le toccherà d’uscire a Laino Borgo. È qui che si fanno i rafting più avventurosi che possa immaginare.

Poi segua fin giù giù. Vediamoci a Capospartivento. Due chiacchiere. Giuro, soltanto due, perché nel viaggio di ritorno, possa ricordarsi di una terra bella, che è stata, ed è, la NOSTRA prima Italia.
Ad maiora presidente.

Giusy Staropoli Calafati (la calabrese)

Fonte : giusystar.myblog.it

sabato 2 maggio 2015

LA TERZA SOCIETA’

Di Bruno Pappalardo

Così viene oggi definita,  “TERZA SOCIETA’”. E’ quel nuovo modello sociale tanto diffuso. Quale?
E’ una specie di ceto.  

Spiego: La PRIMA, dovrebbe comprendere i lavoratori cosiddetti “garantiti”, dipendenti pubblici e privati permanenti e con una forte rappresentanza politico-sindacale.

La SECONDA, invece quella di soggetti esposti a rischio. Le piccole imprese, lavoratori autonomi  et cetera,  rappresentati solo dai propri datori di lavoro.  (o qualche padronato)

Ecco la TERZA! E’ un microcosmo di “ESCLUSI”. Un mondo di “ outsider” o “lavoratori a nero” ( spesso immigrati) o disoccupati in genere tra cui quelli che cercano lavoro attivamente e quegl’altri che non lo cercano affatto perché depressi, delusi e respinti. E’ quella senza alcuna GARANZIA. Tra questi, risaputo, moltissimi giovani e donne.
Sono circa 9 milioni!
Sono italiani di cui 3 milioni stabili disoccupati.

Ora dividiamo, per capirci e con le dovute distinzioni, l’Italia in tre pezzi: Nord Ovest-Est; Centro e SUD (meridione)

Ebbene quasi 5 milioni sono su quest’ultimo territorio. Il 47,6%.

La nostra lotta è rivolta a tutti loro ma in particolare al Sud dove persiste statuale la disoccupazione più feroce e inamovibile.
Paradossale! Una delle cause maggiori di depressione produttiva  al Sud è stato la lotta al “lavoro nero”. La riduzione di lavoro è stata generata anche da questa (solo il 7,7 % - al Nord il 20%)
Degli indicatori, tuttavia, degli indicatori raccontano che parte di questo,  dal Sud sia (anche il “nero” ) sia   EMIGRATO AL NORD!

AIUTIAMO, DUNQUE,  CON RISORSE MIRATE QUESTO ENORME TERRITORIO  CHE NON CERCA ASSISTENZIALISMO, ( qualora  ancora così fosse traboccherebbe la povertà)  MA SOLO EQUAGLIANZA DI DIRITTI, CORRISPETTIVI DOVERI MA SOPRATTUTTO NUOVI IMPULSI PER SCHIACCIARE LA “TERZA SOCIETA?” FIGLI DISONORATI  E CALPESTATI  DALLA FORNERO.



Primo Maggio una data ( e un luogo ) da non dimenticare!





PIETRARSA  NEL  CUORE  DEL  SUD

Il PARTITO DEL SUD invita in questo 1° Maggio al ricordo in omaggio alla memoria degli operai (ufficialmente 4, ma probabilmente circa una decina) fucilati a Pietrarsa , vicino Napoli, fuori la gloriosa fabbrica di locomotive vanto dell’ex Regno delle Due Sicilie e leader in Europa. La fabbrica fu smantellata per favorire la crescita dell’Ansaldo di Genova. L’opera iniziò riducendo le maestranze, inasprendo l’orario lavorativo e tagliando parte della retribuzione. Vi fu la prima rivolta operaia d’Italia, repressa il 6 Agosto 1863 con la fucilazione di alcuni operai, prime vittime dell’industria del neonato Regno d’Italia.

Il PARTITO DEL SUD, come da comunicato del 13 Giugno 2013 u.s., a fronte della nomina, come delegato del Sindaco di Napoli Luigi de Magistris, di Andrea Balìa nella Commissione Toponomastica del Comune di Napoli per nomina diretta, ha ottenuto l’ importante risultato nella prima seduta del 12 Giugno 2013 su relative proposte dello stesso partito :

    - la titolazione di strada/piazza ai “Martiri di Pietrarsa”.

   Prossimamente verrà calendarizzata la cerimonia di titolazione con ufficializzazione relativa targa.

  Tra i commissari incaricati e votanti della Commissione Toponomastica anche il prof. Vincenzo Caratazzolo, sempre iscritto al Partito del Sud, (docente universitario in 3 Atenei, ex alto dirigente Alitalia, esperto di trasporti e in merito a ciò membro di relative commissioni parlamentarie ).

Il PARTITO DEL SUD ritiene che il pensiero di tale triste evento debba essere ben presente nella memoria d’ogni meridionale e vada omaggiato in modo concreto come da nostro impegno ad ottenere la titolazione d’una strada che renda costante e tangibile il segno dell’omaggio in memoria del sacrificio dei nostri fratelli. Condivisibile ogni cerimonia in merito, pur ritenendo il Partito del Sud più fattivi e concreti contributi reali come quello ottenuto dal lavoro di cui si fa carico il partito a fronte d’un impegno costante e al riconoscimento che riceve da nomine e collaborazioni politiche che ne permettono l’attuazione.

PARTITO DEL SUD