“Lo stato italiano è stato una dittatura feroce che ha messo a ferro e fuoco l’Italia meridionale e le isole, squartando, fucilando, seppellendo vivi i contadini poveri che scrittori salariati tentarono d’infamare col marchio di briganti –ANTONIO GRAMSCI -”

giovedì 7 maggio 2015

LETTERA AL PRESIDENTE RENZI: LA CALABRIA NON È COME IL VENETO!

Carissimo Signor Presidente, sono io, Giusy la calabrese.

Volevo in breve, ma tanto in breve, in breve assai, in brevissimo appunto, dirle io il perché la Calabria non potrà mai essere come il Veneto (e il Veneto mai potrà diventare come la Calabria).
Vede: “una mamma (Calabria) fa per cento figli, cento figli (politica italiana) non fanno per una mamma (Calabria)”.

Alla Calabria avete spolpato l’osso ed il mastrosso. Le sono state inflitte piaghe mai risanate. L’avete devastata con la mala politica, i soprusi, le ingiurie. ve la siete giocata ai salotti dei mangia franchi, e per chissà quale piglio, le avete sempre addebitato il carico pieno, ciclico e continuo dell’emigrazione. Le avete tolto i padri, afflitto le madri. Le avete rotto la noce del collo a tradimento, con le colpe, i pregiudizi, i preconcetti. Le avete aumentato le distanze. Abortito i ventri gravidi. L’avete incarognita, l’avete!

Quaggiù, venite, tirate le pietre, e poi partendo, nella strada del ritorno, nascondete la mano. Quaggiù, caro il mio Presidente, non ci sono marionette, e neppure i burattini di Collodi. Non ci sono voti e schede elettorali. Qui, ci sono uomini. Numeri infiniti di uomini capaci, ingegnosi, dotti. Quaggiù ci sono menti, che nel più bello, (e voi sapete come), vi fottete. E a chi resta promettete terre marge e mari di morti.

Guardo il mio Tirreno, penso allo Ionio, e non più pesci guizzare vedo, ma corpi. Corpi fragili, senza speranza. Mattanze di carni lamentose, e noi qui, a lavorare mettendo croci, per comporre i cimiteri dell’acqua.
La ‘ndrangheta? Beh!, la ‘ndrangheta non è la causa, ma l’effetto più devastante di un’Altitalia che si sciacqua i cenci con l’acqua degli Dei, e poi li maledice.
Venga signor Presidente. Venga quaggiù con tanti viaggi: in automobile, in treno, e pure in pullman. Badi bene, che quando sarà a percorrere la Salerno-Reggio, le toccherà d’uscire a Laino Borgo. È qui che si fanno i rafting più avventurosi che possa immaginare.

Poi segua fin giù giù. Vediamoci a Capospartivento. Due chiacchiere. Giuro, soltanto due, perché nel viaggio di ritorno, possa ricordarsi di una terra bella, che è stata, ed è, la NOSTRA prima Italia.
Ad maiora presidente.

Giusy Staropoli Calafati (la calabrese)

Fonte : giusystar.myblog.it

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