“Lo stato italiano è stato una dittatura feroce che ha messo a ferro e fuoco l’Italia meridionale e le isole, squartando, fucilando, seppellendo vivi i contadini poveri che scrittori salariati tentarono d’infamare col marchio di briganti –ANTONIO GRAMSCI -”

mercoledì 8 ottobre 2014

Uno strano silenzio sulla Marlane Marzotto: intervista di Rete 3 a Giovanni Coviello

Uno strano silenzio sulla Marlane Marzotto: intervista di Rete 3 a Giovanni Coviello

Di Redazione VicenzaPiù | ieri alle 17:37 | 0 commenti
Di Andrea Polizzo da Rete 3 e da BlogTortora
Uno strano silenzio. È quello che è stato registrato sul caso Marlane a Vicenza e provincia, storicamente roccaforte del Gruppo Marzotto, proprietario dell'ex fabbrica tessile di Praia a Mare. Ne abbiamo parlato con Giovanni Coviello, direttore di Vincenza Più media locale che ha seguito passo dopo passo lo svolgersi del processo.
Recentemente, nel corso del processo Marlane i PM hanno avanzato richieste di condanne complessivamente a 62 anni di carcere per gli imputati tra cui figurano nomi di spicco del
mondo imprenditoriale vicentino. Come è stata avvertita questa notizia nel vostro territorio?
Giovanni Coviello: "Ovviamente, il nome con più richiamo mediatico in zona è quello di Pietro Marzotto (per lui i PM hanno chiesto 6 anni di carcere, ndr) anche se da molti anni è fuori dalla gestione ordinaria del gruppo. Tuttavia Marzotto è un nome ancora molto ‘pesante' in zona. Non a caso Matteo Marzotto, recentemente, ha assunto due importanti cariche nonostante il suo coinvolgimento in alcune inchieste per questioni fiscali. È presidente della scuola di management Fondazione Cuoa, ente privato che si occupa di master nel campo della gestione aziendale, ed è stato nominato anche presidente di Fiera di Vicenza Spa che vuol dire appalti e visibilità nel mondo. Per cui la richiesta di condanna per un Marzotto ha avuto una sua importanza sul territorio".
Ma non quella che vi aspettavate?
Giovanni Coviello: "Mah, guardi. Noi di Vicenza Più ce ne siamo occupati sin da subito anche grazie all'impegno di Giorgio Langella. Quando ho cominciato a seguire questa vicenda mi ha meravigliato il silenzio che la circondava. Un silenzio della stampa che, purtroppo, mi aspettavo. Magari non mi aspettavo il silenzio da parte dei sindacati locali, in particolare da parte della Cgil che invece, per quel che mi è dato sapere, a Cosenza è stata molto attiva su questo fronte.
Racconto un aneddoto. Tempo fa mi è capitato di moderare uno dei primi incontri in provincia di Vicenza per portare all'attenzione la questione degli oltre cento morti della Marlane Marzotto. In quella occasione ho avuto modo di confrontarmi con un delegato Cgil sulla questione. Quel che mi ha detto è stato illuminante. Mi disse che bisognava parlarne del caso, ma non troppo. In sostanza temeva i rischi che poteva correre il sindacato, le conseguenze per l'occupazione a una eventuale reazione di Marzotto che, all'epoca, dava ancora molto lavoro. Cose che si verificano a Vicenza come nel resto d'Italia: è il dramma dei lacci tra sindacato e le sfere del potere".
Il Processo, ora volge al termine, almeno per quel che riguarda il primo grado. Che conclusione vi aspettate?
Giovanni Coviello: "Quanto al processo è chiaro che l'interesse è dettato dai nomi eccellenti dell'imprenditoria vicentina, e non solo, tra gli imputati. Aspettiamo che ci sia un pronunciamento perché è giusto che sia così. Quel che rimane però è la scarsa attenzione generale verso le tante persone morte e che si sono ammalate lavorando in fabbrica".
Fonte vicenzapiu

giovedì 2 ottobre 2014

“Basta tour in Veneto per i nostri concorsi! Lavoro prima ai veneti!”

A ogni regione i suoi lavoratori, scelti ovviamente su base territoriale. Sei nato a Napoli? Puoi fare i concorsi solo a Napoli. Sei nato a Milano? Solo a Milano. E se non bastasse, meglio costruire muri alti alti alti fino al soffitto, come diceva il buon Giobbe Covatta, con tanto di avvoltoi che impediscano lo scavalcamento.

A seguire questo ragionamento, non ci sarebbe stato alcun boom economico, le fabbriche al Nord che necessitavano di manodopera probabilmente avrebbero chiuso.

Ma tutto questo non lo sa tale Nicola Finco, la cui biografia su Twitter recita: “Consigliere Regionale del Veneto-Presidente commissione Ambiente, Lavori Pubblici, Protezione Civile-Coordinatore Nazionale Giovani Padani del Veneto-Lega Nord”.

Tuona Finco: “POSTI DI LAVORO PRIMA AI VENETI! Ieri centinaia di candidati da Sud sono arrivati a Vicenza per un posto da infermiere. Ma io dico: è giusto o no che le nostre Ulss assumano laureati in Veneto, di cui conosciamo preparazione e qualità? E’ giusto o no che con 200.000 disoccupati noi diamo priorità ai veneti nei concorsi pubblici? Non è così che fa qualunque azienda, dando precedenza a chi si è formato al suo interno?”

Caro Finco, ma qualcuno impedisce forse ai Veneti di partecipare ai concorsi?

Ma l’esilarante delirio su base etnicodidattica, riportato dal sito di informazione Roadtvitalia, è questo:

“Vorrei poi capire se i candidati del sud, destinatari da sempre di voti di laurea più generosi dei nostri, riescono a garantire ai pazienti degli ospedali vicentini e padovani una qualità di servizio di assoluta eccellenza, frutto di anni di studio in Atenei come quelli veneti”.

Caro Finco, lei ha ragione, le lauree albanesi garantiscono una maggiore preparazione.

PS: mi viene un dubbio, per partecipare ai concorsi secondo le teorie di Finco, vale il luogo di nascita o quello di residenza? Sono ammessi i meridionali di seconda generazione? E se uno ha un genitore meridionale ed uno veneto, quali dei due si può far valere come criterio di precedenza?

PPS: facciamo valere questo criterio anche per le formazioni delle squadre di calcio?

PPPS: intanto il partito di questo signore viene ancora invitato in tutte le trasmissioni televisive come interlocutore pure di un certo spessore e, paradosso etnografico, si presenterà con un autorevole leader come Boirghezio proprio al Sud.

Adda passà a nuttat…ma quanto è lunga questa nottata…

foto tratta da Roadtvitalia


Fonte il lazzaro.it

domenica 21 settembre 2014

Processo Marlane Marzotto: chiesti 61 anni di carcere per i vertici della ”fabbrica della morte”


marlane

Richieste pesanti per gli amministratori della fabbrica tessile di Praia a Mare, in provincia di Cosenza. Secondo i Pm sono 107 gli operai deceduti per i tumori provocati dalle esalazioni tossiche. 

E’ finita con una richiesta complessiva di 61 anni di carcere la requisitoria dei pm Sonia Gambassi e Maria Camodeca della Procura della Repubblica di Paola durante il processo sull’impianto tessile Marlane a Praia a Mare.

Secondo i due Pm sono in totale 107 le vittime mietute dalla Marlane, operai morti a causa dei tumori provocati dall’inalazione di vapori emessi nella lavorazione dei tessuti.  Una vera e propria strage alla quale la Procura di Paola ha messo fine solo nel 2007 quando ha deciso di porre sotto sequestro lo stabilimento dopo venti anni di attività. La fabbrica era infatti operativa già dal 1973.


LE RICHIESTE DEI PM – Al termine delle requisitoria tenutasi ieri i Pm Gambassi e Camodeca hanno chiesto sei anni di reclusione per il conte di Valdagno Pietro Marzabotto, ex Presidente del gruppo. Per Carlo Lomonaco due volte sindaco di Praia a Mare a processo nella qualità di responsabile del reparto tintoria vengono chiesti dieci anni, mentre per Silvano Storer, ex amministratore delegato del gruppo, sono stati chiesti 5 anni di reclusione. Stessa sorte per Jean De Jaegher, consigliere dell’associazione europea delle industrie tessili e presidente della Marzotto Usa dal ’95 al ’98, per il quale sono stati richiesti 5 anni di reclusione.

5 anni anche per Lorenzo Bosetti (ex-sindaco di Valdagno e consigliere delegato e vicepresidente della Lanerossi), 8 anni per Vincenzo Benincasa, 3 anni per Salvatore Cristallino, 4 anni e 6 mesi per Giuseppe Ferrari, 7 anni e 6 mesi per Lamberto Priori, 5 anni per Ernesto Antonio Favrin, vicepresidente vicario della confindustria veneta, e 3 anni e 6 mesi per Attilio Rausse. Solo una richiesta di assoluzione per Ivo Comegna per non aver commesso il fatto.


Fonte: Strill.it

sabato 20 settembre 2014

Verona, Tosi e l'ordinanza per sparare ai lupi. Contro di lui scatta denuncia per istigazione a delinquere.

Reazioni durissime sul sindaco di Verona: Il segretario del Partito animalista europeo in Procura: "Infanga la fascia tricolore che indossa. Dichiarazioni gravi visto che a venire minacciata è una specie protetta e inclusa nella lista delleminacciate. 

Foto web
Foto web

Le sue dichiarazioni in Consiglio comunale a Velo Veronese non sono certo passate inosservate. C'è ancora il sindaco Tosi sulla bocca di tutti. A poche ore dall'annuncio di un'ordinanza speciale per "sparare" ai lupi che si avvicinano alle case delle periferie montane nel territorio di Verona, sono piovute una serie di reazioni. Dalla politica e dalle associazioni animaliste. Una di queste, il "Partito animalista europeo", ha annunciato di aver agito contro il sindaco veronese. Giovedì mattina sarebbe infatti stato segnalato alla Procura della Repubblica dal segretario nazionale, Enrico Rizzi, che ha firmato un atto di denuncia nei suoi confronti. L'accusa è di istigazione a delinquere. Rizzi non ci va certo leggero: "La condotta di questo soggetto che infanga la fascia tricolore che indossa è resa ancora più grave dal fatto che a venire minacciata è una specie, quella del lupo, protetta ed inclusa nella Lista Rossa delle specie minacciate dell'Unione internazionale per la conservazione della natura e delle risorse naturali".

Continua Rizzi: "Ora, di là dall’evidente mancanza di senso civico di chi ha probabilmente dimenticato di rivestire il ruolo di primo cittadino, è evidente che nelle scellerate parole del sindaco Tosi emerge in maniera chiara la commissione del delitto di cui all’articolo 414 del Codice penale riguardante l'istigazione a delinquere, sia nella forma consumata che in quella eventuale del tentativo. Pare proprio che il Tosi abbia voluto istigare alla commissione di un’ipotesi di reato ben precisa, diretta a sanzionare penalmente l’uccisione di animali ". 

Fonte veronasera.it

Concorsi infermieri. Zaia, prima i veneti

VENEZIA. Al concorso per due posti da infermiere, uno nella Ulss 6 di Vicenza e l'altro nella Ulss 15 Alta Padovana, si sono iscritti in 6923. Migliaia i candidati veneti, ma altrettanti annunciati in arrivo dal Sud per una preselezione in programma a Vicenza e Padova tra fine settembre e primi di ottobre. E per limare i costi della lunga trasferta dal mezzogiorno c'è un'organizzazione che attraverso i social ha proposto, e riempito, decine di pullman - con tanto di logo «falce e forchetta» - pronti a fare la spola tra i due capi dell'Italia.

La circostanza fa sbottare il governatore Luca Zaia: «Prima di altri, negli ospedali veneti devono poter lavorare i giovani veneti, se poi c'è posto per altri, ben vengano». Viceversa, si mortificano le aspirazioni di tanti nostri giovani, entusiasti e ben preparati, e le eccellenze umane che il territorio sa esprimere e che su quel territorio hanno diritto di lavorare, soprattutto in sanità, dove preparazione e professionalità del personale sono peculiarità del sistema sanitario e formativo del Veneto. Qui abbiamo più di 200 mila disoccupati, e non vogliamo crearne degli altri che, come i neolaureati nelle professioni sanitarie, possono trovare lavoro con più facilità che in altri settori, stante che il Veneto, avendo i conti sanitari in ordine, può assumere per coprire il proprio fabbisogno». Ma non è possibile escludere candidati italiani dai concorsi nazionali... «Il punto è che questi concorsi vanno regionalizzati, dando comunque la preminenza ai residenti. Non si capisce come questo lo possa fare Bolzano e non noi», ribatte Zaia «pongo la questione anche ai parlamentari veneti e chiedo loro di adoperarsi in sede nazionale perchè questo sacrosanto diritto a lavorare nella propria terra venga riconosciuto. Se così non fosse seguiremo la stessa strada giuridico-istituzionale battuta vittoriosamente per gestire le circa 90 borse di studio per specializzandi in medicina finanziate dalla Regione. Anche medici e infermieri, se non sbaglio, sono pagati di fatto dalla Regione, e cioè dai cittadini veneti: non dimentichiamo che ogni anno versiamo a Roma 21 miliardi di tasse in più di quanto ci viene restituito e che molti di questi non ritornano proprio nel settore sanitario». 

Sulla stessa linea la senatrice leghista vicentina Erika Stefani, che sulla vicenda ha presentato un'interrogazione parlamentare firmata anche dai colleghi Munerato, Bellot, Bisinella e Tosato: «Queste migrazioni sono vergognose e rappresentano uno scippo delle opportunità lavorative ai veneti.

Fonte: il Mattino di Padova

lunedì 15 settembre 2014

CRESCE SEMPRE DI PIU' LA COMMUNITY DEL PARTITO DEL SUD ! 10.000 A DIFESA DEL SUD !




Cresce sempre più la Community che quotidianamente segue il Partito del Sud anche su facebook, oggi siamo arrivati a 10.000 fan ! 

Seguici su : https://www.facebook.com/PdelSud?fref=nf 

 Con questo risultato siamo di gran lunga la maggior Community su facebook fra tutte quelle di movimenti politici/partiti meridionalisti o..."sudisti". 

 Continuate a seguirci e non ve ne pentirete; quotidianamente posteremo oltre alle notizie dell'attività del nostro Partito, approfondimenti politici ma anche curiosità, notizie sulla cultura e sulla vera storia del Sud come non avete mai avuto modo di sentire. 

Grazie a tutti per il sostegno ed il supporto. 

 Staff Amministratori


#IoScelgoilSud la campagna e il progetto di Sud Project Camp per il rilancio del Sud e dell’Italia

Abbiamo pensato di coinvolgere enti territoriali, associazioni, media, aziende, startup, centri di ricerca e incubatori d’impresa, ma soprattutto tutti i consumatori singoli o con partita ivache ogni giorno hanno a che fare con delle scelte di fondo come ad esempio:

Servizi: dove mi rivolgo ?blackioscelgoilsudweb
Prodotti e manufatti: da chi acquisto ?
La mia spesa: cosa metto nel carrello ?
Le mie vacanze: dove vado, cosa c’è da visitare ?
Ho bisogno di una consulenza: chi mi può aiutare ?
Voglio far nascere una nuova azienda: dove lo faccio ?
Mi piace sostenere l’ambiente: in quali territori ?
Devo far fare il viaggio di istruzione alla mia classe: dove li porto ?
I miei studi dove li svolgo: quale università o scuola professionale scelgo ?
Voglio sostenere nuove idee: dove vado ? dove investo ?
…E tantissime altre domande come queste, così a campione indicate in precedenza.
La risposta per noi è solo una, e non per discriminazione verso altri territori o per ripicca o contrapposizione, ma semplicemente perché giù a sud, qui da noi, le possibilità di crescita di questo Paese hanno potenzialità infinite, perché fino ad oggi sottostimate e sottovalutate. Ecco noi proponiamo a quanti vorranno di aderire alla campagna #IoScelgoilSud !
Come associazione e come progetto, non abbiamo fini di lucro e l’adesione avrà diversi livelli di contribuzione legati solo ed esclusivamente al sostegno delle eventuali spese e di coloro che si impegneranno al suo successo.
Per il futuro dei nostri figli e di ciascuno di noi qualsiasi sia la parte d’Italia o di mondo nella quale viviamo la scelta non può che essere: #IoScelgoilSud !