“Lo stato italiano è stato una dittatura feroce che ha messo a ferro e fuoco l’Italia meridionale e le isole, squartando, fucilando, seppellendo vivi i contadini poveri che scrittori salariati tentarono d’infamare col marchio di briganti –ANTONIO GRAMSCI -”

lunedì 30 aprile 2012

Sole e antirazzismo è la festa del TerroneDay

Manifestazione di orgoglio meridionalista tra Castelbelforte, San Giorgio e Gazoldo degli Ippoliti  

CASTELBELFORTE. E venne il giorno del Terrone. O Terrone Day, come è stata chiamata dagli stessi organizzatori la manifestazione d’orgoglio meridionalista messa in piedi dal Partito del Sud. Nel volantino che da settimane annunciava l’iniziativa, un sole splendente campeggiava ed era la “o” di terrone. Giornata suddivisa in tre tappe: in mattinata a Castelbelforte, pomeriggio a San Giorgio e alla sera la cena in un ristorante di Gazoldo.
Iniziamo dalla mattinata, e da un gazebo montato davanti al municipio di Castelbelforte, cioè proprio lì dove tutto nacque alcuni mesi fa. Durante la sospensione di una seduta consiliare, un cittadino tra il pubblico espresse ad alta voce opinioni non proprio benevole verso i «terroni». Ad ascoltare c’era Francesco Massimino, referente provinciale del Partito del Sud, che protestò.
Il giorno seguente chiamò la Gazzetta riferendo indignato che né il sindaco né il suo vice, leghisti gli avevano presentato delle scuse.
Serviva uno scatto d’orgoglio, così ebbe l’idea. «È l’orgoglio di essere meridionali – spiega – ma noi, Partito del Sud, non siamo la Lega del Sud. Lo dimostra il fatto che ho sposato una donna del posto, i miei figli sono nati qui e io abito nel Mantovano da 22 anni». La rabbia c’è, ancora tanta: «Non accettiamo più di essere etichettati come dei parassiti, dei mafiosi, la palla al piede del Nord» si sfoga «non vogliamo più sentirci stranieri in casa nostra e non vogliamo più leggere il famoso cartello: non si affitta ai meridionali».
Orgoglio meridionalista, gridato sotto le finestre della sindaca padana Graziella Bussolini. A prendere le difese dell’amministrazione, però, è il vicesindaco Massimiliano Gazzani: «Prendiamo atto di questa manifestazione: siamo in democrazia, ognuno ha il diritto di esprimere liberamente il proprio pensiero nel rispetto delle regole» esordisce. Ma ritorna anche sulla grande offesa: «Il signor Massimino, il giorno dopo la seduta consiliare incriminata, mi ha telefonato per riferirmi di quegli insulti. Non possiamo sentirci responsabili per quanto accaduto quando la seduta era sospesa. Non eravamo in aula, e non vedo cosa c’entri l'amministrazione per le dichiarazioni fatte da un cittadino. Certo è che il signor Massimino si è guardato bene dal riferire che ci siamo incontrati per parlare dell’episodio».
Nel pomeriggio la tappa san giorgese. Una sessantina di persone ha affollato l'auditorium comunale, e più tardi erano attesi altri simpatizzanti per l'arrivo dell'assessore al Bilancio del Comune di Napoli, Marco Esposito. Sul palcoscenico si sono esibiti il cantante Mimmo Cavallo, hanno parlato gli scrittori Pino Aprile e Lino Patruno, quindi l'artista Roberto D'Alessandro e il documentario “Cento passi per la libertà”.
Ancora Massimino a incitare l’uditorio: «Vogliamo essere la cerniera per unire il Nord con il Sud. Nel Settentrione ci sono 14 milioni di immigrati del Meridione, perché i nostri politici non hanno saputo sfruttare le risorse che abbiamo al Sud». Il Partito del Sud, fondato a Gaeta, a livello provinciale conta una trentina di iscritti. Ma per Massimino cresceranno, visto che si stanno «svegliando i dormienti che non avevano un'identità politica». Gli obiettivi? Non diventare un Carroccio del Sud, niente secessionismo, ma pari opportunità a tutti, senza guardare alla provenienza. Sono pronti a scendere in campo alle elezioni, ad allearsi con tutti. Ma niente Lega e Pdl. (Graziella Scavazza e Lino Fontana

Fonte:Gazzetta di Mantova.it

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