Prima la Sicilia e poi tutto il Mezzogiorno
Lo sbarco di Marsala. Sapete cos'è lo sbarco di Marsala? Quello che
fece Garibaldi, coi mille, nel maggio del 1860: cominciò tutto da lì. I
piemontesi prima conquistarono la Sicilia e poi, in fretta, tutto il
Sud, fino a Napoli. E' sempre la Sicilia il primo passo. Da quel giorno
di maggio del 1860 iniziò la rapidissima decadenza del Sud e la
costruzione di questo strano paese-Italia che ha nel suo Dna la
divisione tra ricchi e poveri, tra potere e obbedienza, tra Nord e Sud.
Anche stavolta si comincia dalla Sicilia. Un nuovo sbarco di Marsala. Il premier Monti e i giornali del Nord sono scatenati: vogliono lo scioglimento della regione e il commissariamento. Diciamo che vogliono la resa. Manderanno a governare un viceré, nominato da Roma, o forse da Bruxelles (o forse da via Solferino, visto che in testa alla battaglia ci sta sempre il "Corriere della Sera", guidato dal generale Stella, il quale non porta la camicia rossa come Garibaldi ma comunque è un tipo tosto che non molla mai).
Piegare la Sicilia è essenziale per completare l'operazione anti-meridionalista che sembra essere in cima ai programmi di Monti. E che un paio di giorni fa si è ben espressa con la scomparsa del Sud dal decreto sviluppo e gli applausi caldi della Lega.
Così si ripete in piccolo quello che già è avvenuto su scala europea: far pagare la crisi ai più deboli, togliendo loro soldi, risorse, lavoro, potere. E' successo questo, un anno fa, con l'attacco alla Grecia e poi all'Italia, alla Spagna e al Portogallo, e ora l'operazione si ripete dentro i confini nazionali. La Grecia, e il rischio fallimento della Grecia, fu la porta dalla quale passò l'assalto tedesco
( che a noi italiani è costato il commissariamento con la nomina di Monti): la Sicilia e il rischio fallimento della Sicilia è la porta dalla quale passa stavolta l'attacco del Nord Italia.
Che dopo aver colpito la Sicilia colpirà la Calabria e poi risalirà fino a Napoli e forse anche al Lazio.
E' una strategia scema. Il Nord non capisce che se - come è intenzionato a fare - sottrarrà ulteriori risorse al Sud, rendendolo ancora più povero di quanto non sia (la Sicilia è la regione più povera d'Italia, seguita dalla Calabria, e in queste due sole regioni ci sono il doppio dei poveri che vivono al Nord) finirà per inceppare definitivamente il sistema-Italia e aggraverà clamorosamente la crisi e porterà l'Italia fuori dall'Europa. C'è una sola via per rilanciare questo Paese: rilanciare il Sud. Investire al Sud e proteggere il Sud.
Purtroppo la classe dirigente italiana non è in grado di capire questa elementare verità. E la classe dirigente del Sud...beh quella non capisce per la semplice ragione che non esiste più da molto tempo, è fuggita, incapace di assumersi le proprie responsabilità.
Anche stavolta si comincia dalla Sicilia. Un nuovo sbarco di Marsala. Il premier Monti e i giornali del Nord sono scatenati: vogliono lo scioglimento della regione e il commissariamento. Diciamo che vogliono la resa. Manderanno a governare un viceré, nominato da Roma, o forse da Bruxelles (o forse da via Solferino, visto che in testa alla battaglia ci sta sempre il "Corriere della Sera", guidato dal generale Stella, il quale non porta la camicia rossa come Garibaldi ma comunque è un tipo tosto che non molla mai).
Piegare la Sicilia è essenziale per completare l'operazione anti-meridionalista che sembra essere in cima ai programmi di Monti. E che un paio di giorni fa si è ben espressa con la scomparsa del Sud dal decreto sviluppo e gli applausi caldi della Lega.
Così si ripete in piccolo quello che già è avvenuto su scala europea: far pagare la crisi ai più deboli, togliendo loro soldi, risorse, lavoro, potere. E' successo questo, un anno fa, con l'attacco alla Grecia e poi all'Italia, alla Spagna e al Portogallo, e ora l'operazione si ripete dentro i confini nazionali. La Grecia, e il rischio fallimento della Grecia, fu la porta dalla quale passò l'assalto tedesco
( che a noi italiani è costato il commissariamento con la nomina di Monti): la Sicilia e il rischio fallimento della Sicilia è la porta dalla quale passa stavolta l'attacco del Nord Italia.
Che dopo aver colpito la Sicilia colpirà la Calabria e poi risalirà fino a Napoli e forse anche al Lazio.
E' una strategia scema. Il Nord non capisce che se - come è intenzionato a fare - sottrarrà ulteriori risorse al Sud, rendendolo ancora più povero di quanto non sia (la Sicilia è la regione più povera d'Italia, seguita dalla Calabria, e in queste due sole regioni ci sono il doppio dei poveri che vivono al Nord) finirà per inceppare definitivamente il sistema-Italia e aggraverà clamorosamente la crisi e porterà l'Italia fuori dall'Europa. C'è una sola via per rilanciare questo Paese: rilanciare il Sud. Investire al Sud e proteggere il Sud.
Purtroppo la classe dirigente italiana non è in grado di capire questa elementare verità. E la classe dirigente del Sud...beh quella non capisce per la semplice ragione che non esiste più da molto tempo, è fuggita, incapace di assumersi le proprie responsabilità.
Piero Sansonetti
Fonte CalabriaOra.it
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