Firmata la pace Una via intitolata a Pontelandolfo
Una via nell’area delnuovotribunale saràintitolata al Comunebeneventano di Pontelandolfo
Si chiude una delle piùtragiche pagine dell’Unità conl’eccidio di 440 persone:guidavaibersaglieri
il vicentino Pier Eleonoro Negri,che passò per eroe,
"Ho chiesto che venga scelto unlargo vicino al nuovo tribunale a Borgo Berga ACHILLE VARIATI SINDACO DI VICENZA"
Una via nell’area delnuovotribunale saràintitolata al Comunebeneventano di Pontelandolfo
Si chiude una delle piùtragiche pagine dell’Unità conl’eccidio di 440 persone:guidavaibersaglieri
il vicentino Pier Eleonoro Negri,che passò per eroe,
di Gian Marco Mancassola
Vicenza firma la pace. Centocinquant’anni dopo, il nome di Pontelandolfo verrà issato sulla targa di una strada aBorgo Berga, davanti al nuovo tribunale.
Un risarcimento postumo per l’oblio e le omissioni che inflitte dal Risorgimento ai giorni nostri al Comune beneventano, duemila anime tra le gobbe dell’Apennino campano.
Il sindaco Achille Variati l’aveva promesso un anno fa, quando prese parte alla cerimonia di riconciliazione celebrata da Giuliano Amato, all’epoca presidente delComitato
dei garanti per i 150 anni dell’Unità. Portando a Pontelandolfo un messaggio del Capo dello Stato Giorgio Napolitano, Amato e Variati chiesero per la prima volta scusa a nome
dell’Italia e di Vicenza, grande e piccola patria del colonnello Pier Eleonoro Negri, protagonista di una delle pagine più tragiche del Risorgimento, alla guida dei bersaglieri
autori di una brutale rappresaglia tra la popolazione.
L’ECCIDIO. Il sangue versato quel 14 agosto 1861 è narrato in una canzone degli Stormy Six, rock band italiana che nel 1972 diedero alle stampe “L’Unità”, concept album che
rilegge il processo di unificazione.
«Arrivano all'alba i bersaglieri-cantano in “Pontelandolfo” - e le case sono tutte incendiate, le dispense saccheggiate, le donne violentate, le porte della chiesa strappate,
bruciate». Quel giorno, per vendicare l’uccisione di un ufficiale, 40 soldati e 4 carabinieri ordita da un manipolo di briganti, il generale del neonato regno d’Italia Enrico Cialdini
ordinò una rappresaglia affidata al colonnello Pier Eleonoro Negri, rampollo di una famiglia patrizia vicentina. Negri si pose allaguida di cinquecento bersaglieri, che misero a ferro
e fuoco il paese. Fu un massacro.
Le vittime furono 440, dimenticate dalle pagine della storia di una nazione in fasce.
«Pontelandolfo la campana suona per te - il ritornello degliStormySix- per tutta la tua gente, per i vivi e gliammazzati, per le donne ed i soldati, per l'Italia e per il re».
LE SCUSE.A lungo amministratori e comitati beneventani si sono battuti per ottenere una corretta collocazione nella storiografia, dopo aver vestito gli scomodi panni del “paese dei
briganti”. A Vicenza sono stati spesso rimproverati i simboli dedicati al colonnello Negri, medaglia d’oro al valor militare, a cui è dedicata una via nel quartiere dei Ferrovieri, una
scuola elementare a Campedello e una lapide alle spalle della Procura.In città ha sostenuto con passione le tesi campane Luciano Disconzi, insegnante vicentino sposato con una beneventana.
Il 14 agosto 2011, nel pieno delle celebrazioni collegate al centocinquantenario, lo Stato e Vicenza porsero per la prima volta le scuse a Pontelandolfo, in una commovente cerimonia
della riconciliazione. Da quel palcoil sindaco Variatiannunciò l’intenzione di intitolare una via a quel piccolo centro arroccato intorno a un’antica torre a una manciata di chilometri
da Benevento.
LA DECISIONE. Dello storico battesimo si è discusso ieri mattina in giunta. Alla pratica sta lavorando la commissione toponomastica presieduta dal vice sindaco Alessandra Moretti.
Una prima ipotesi, che prospettava l’intitolazione nella zona diPolegge, è stata scartata da Variati, che preferisce che l’omaggio vada in scena in una zona come Borgo Berga,dove sta
nascendo un imponente quartiere intorno al nuovo palazzo di giustizia.«Abbiamo individuato uno slargo all’ex Cotorossi-conferma Variati- ora la proposta sarà esaminata dalla commissione.
È un gesto dall’alto valore simbolico, che chiude una volta per tutte questa vicenda. Lo avevo promesso un anno fa e credo che anche a Pontelandolfo nascerà una via intitolata a Vicenza
». Più che di risarcimento, Variati preferisce parlare di mano tesa a una comunità vittima: «È una città martire del Risorgimento. Per molti anni ha subito un’enorme ingiustizia,
spesso associata ai briganti. Un anno fa ci furono le scuse ufficiali, oggi si completa quel percorso di riconciliazione».•
Fonte www.pontelandolfonews.com
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