Schietti, orgogliosi, allegri, mediterranei Lettera aperta a Pino Aprile
la Lega Nord è fuori dal governo e si è avvitata in
una crisi forse irreversibile eppure lo spirito antimeridionale della politica
italiana non si è affatto attenuato. Lo dimostra l'esclusione degli scrittori
meridionali del Novecento dai programmi scolastici. Lo conferma l'applicazione
del federalismo voluta dal governo Monti: anticipo dell'Imu al 2012 con
simultaneo taglio dei fondi per i Comuni poveri, in modo da portare risorse
dove già ci sono i soldi. E, nello stesso tempo, il governo ha dimenticato di
elencare i diritti minimi da garantire in tutto il territorio nazionale, un
silenzio che equivale a diritti zero per i cittadini del Sud. Ma questo non può
sorprenderti: la legge si applica al Nord e si interpreta per i meridionali; va
così da 151 anni e il razzismo dotto di chi ha studiato alla Bocconi cambia
solo i toni rispetto a quello becero di chi si è diplomato per corrispondenza
alla scuola Radio Elettra.
Le celebrazioni organizzate per i 150 anni hanno un
merito: aver portato l'attenzione sulle statistiche, con la Banca d'Italia
costretta ad ammettere che l'area di Napoli aveva un Pil del 40% superiore alla
media nazionale. E se da +40% scivoli fino a -40% non può essere per
responsabilità interne: è perché hai ceduto alla forza. Come a Pietrarsa il 6
agosto 1863. Ma il vento sta cambiando e dopo Gaeta oggi Napoli è libera da
ceti politici eterodiretti. Ciò incoraggia chi crede che ogni comunità possa
scegliere la propria strada, senza aspettare un placet.
E' il momento di osare. Va promosso un movimento che
abbia a cuore gli interessi delle Terre del Sud. Libero e democratico, certo,
ma soprattutto schietto, orgoglioso, allegro, mediterraneo. Un movimento aperto,
ma che tenga fuori chi ha governato a braccetto con partiti nordisti e oggi
magari cerca di riverniciarsi. Un movimento che punti nelle elezioni del 2013 a
una rappresentanza diretta in Parlamento e che subito dopo apra, città per
città, una fase costituente, perché i giovani del Sud possano contare in Europa
senza esser costretti a lasciare le proprie Terre.
Caro Pino,
nessuno
meglio di te ha saputo raccontare cosa eravamo, cosa siamo diventati e cosa
potremmo essere noi Terroni. Ecco perché crediamo che qualsiasi progetto di
riscatto non possa che vederti alla testa. Lo sappiamo: puntare a uno scranno a
Montecitorio appare poca cosa, per la distanza tra quanto si potrà fare e
quanto servirebbe alle nostre Terre. Ma l'impegno che chiediamo a noi stessi e
l'invito che ti rivolgiamo è di considerarlo il primo passo. Verso nuovi
ambiziosi obiettivi.
Per sottoscrivere l'appello scrivere a info@partitodelsud.eu
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