Secondo l’impianto accusatorio il gruppo Marzotto e la Eni, entrambi proprietari, anche se in periodi storici differenti della fabbrica, non potevano non sapere. Il Tribunale, però, dopo 10 ore di camera di consiglio, ha deciso che così non è stato e quindi cadono le accuse di omicidio colposo, lesioni e disastro ambientale. Crollano, dunque, le accuse nei confronti di Valdagno Pietro Marzabotto, ex Presidente del gruppo.
Per Carlo Lomonaco due volte sindaco di Praia a Mare che era a processo nella qualità di responsabile del reparto tintoria e per il quale era stata chiesta la condanna più aspra. Assolti anche Silvano Storer, ex amministratore delegato del gruppo. Stessa sorte per Jean De Jaegher, consigliere dell’associazione europea delle industrie tessili e presidente della Marzotto Usa dal ’95 al ’98, e per tutti gli altri.
“E’ strano – ha dichiarato Rodolfo Ambrosio, l’avvocato di Legambiente, costituita parte civile nel processo – perché le vittime sono state anticipatamente pagate con una somma indennitaria. Come si fa a pagare un indennizzo e poi assolvere qualcuno che è causa di quel risarcimento danni? Attendiamo di vedere le motivazioni per capire se è il caso, come credo di procedere con un appello. Il reato ambientale c’è tutto. Si dovrebbe verificare la legislazione che considera dei reati permanenti, con effetti permanenti, come fossero delle contravvenzioni. Aspetto di leggere queste motivazioni. Certamente non mi aspettavo una soluzione, mi sembrava abbastanza chiaro che le responsabilità ci fossero tutte e fossero chiare.
Fonte: strill.it
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